Sui listini delle case automobilistiche, lo trovate riportato semplicemente come Acc. Ma – come accenno sul Sole-24 Ore di oggi – il regolatore attivo di velocità non è uguale su tutte le auto. Il principio è sempre quello: mantenere la velocità impostata dal conducente, rallentando automaticamente se davanti c’è un veicolo più lento. Ma l’efficacia dipende dai particolari, che non emergono da listini sempre più gonfi di accessori e sempre meno chiari per i clienti che quegli accessori li pagano. Spesso a caro prezzo.
Ci sono impianti con un solo radar, che di solito hanno la vista "corta" e in qualche situazione su autostrade e superstrade confondono il traffico di una corsia e quello di un’altra. E ci sono impianti con più rilevatori, più attenti e precisi. Quasi sempre, poi, l’Acc non è in grado di frenare a fondo, perché si limita alle frenatine necessarie a rallentare quando non basta rilasciare l’acceleratore: che io sappia, solo le Bmw (e nemmeno tutte) riescono a fare le frenate di emergenza, arrivando al completo arresto dell’auto. Qualche impianto, poi, "capisce" quando il guidatore vuol fare un sorpasso e riduce di conseguenza la distanza di sicurezza che mantiene. E, a parità di impianto, la differenza la fa il cambio: l’Acc dà il meglio solo se è automatico o robotizzato, perché quando si cambia marcia il sistema si disattiva (motivi di sicurezza) e quindi è impossibile usarlo già in fase di accelerazione o anche quando la velocità scende sotto il minimo compatibile con la marcia innestata.
In ogni caso, almeno allo stato attuale della tecnologia, anche il più sofisticato degli Acc resta utilizzabile solo su percorsi senza curve impegnative: non ne esiste uno che rallenta in automatico per adeguare la velocità al raggio di curvatura. Il problema non è tanto tecnico: già alcuni impianti interagiscono con navigatore satellitare (quando c’è e, soprattutto, quando è quello costoso montato direttamente dal costruttore dell’auto), ma sfruttano questa possibilità di dialogo solo per sapere se c’è una curva (in modo da non scambiare un veicolo che vi entra con uno che sta frenando con decisione). Se si spingessero a determinare anche la giusta velocità di percorrenza di una curva, deresponsabilizzerebbero troppo il conducente e rischierebbero comunque di sbagliare, stretti fra la necessità di non essere troppo prudenti e il rischio di ritrovarsi improvvisamente troppo veloci perché c’è una buca o una lastra di ghiaccio oppure perché l’auto è troppo carica o ha le ruote sgonfie.