Rieccoci tutti in città, alle prese coi semafori e – non di rado – coi relativi controlli automatici. Tocca anche a chi guida a Sesto Fiorentino, alle porte di Firenze. Solo che lì difficilmente ci saranno polemiche: il Comune ha progettato l’operazione per mesi, all’insegna della trasparenza.
A cominciare dagli incroci controllati dagli apparecchi: la scelta non è stata lasciata ai privati (che ovviamente la fanno secondo criteri di gettito delle multe), ma l’ha fatta la Polizia municipale in base alle statistiche degli incidenti. Questo presuppone lo studio di una formula contrattuale nei confronti dei fornitori che mette a rischio gli incassi e intende la sicurezza stradale come un investimento. Non so se sia per convinzione o solo per evitare polemiche con la cittadinanza, ma counque va bene così.
Poi c’è la scelta degli apparecchi stessi: niente macchine fotografiche che lasciano qualche (minimo, per la verità) dubbio sulla sussistenza dell’infrazione, ma costose telecamere in grado di ricostruire tutto istante per istante, dimostrando inequivocabilmente che il rosso è scattato prima del transito.
Infine, la pubblicità: annunci tramite mezzi d’informazione e cartelli ad hoc molto evidenti (ma su questi storco il naso, perché occorrerebbe un format uguale dappertutto, altrimenti è la solita Italia dei mille campanili).
Quello di Sesto Fiorentino non è l’unico esempio di trasparenza in Italia e già in passato ne avevo visti. Ma non mi sembrano certo una maggioranza.