Sono settimane che, complice il vuoto agostano, i miei colleghi scavano anche nei risvolti privati degli incidenti più gravi, invariabilmente legati ad alcol e droga. E il ritornello che emerge dalle frasi di amici e parenti è quasi sempre lo stesso: le vittime erano bravi ragazzi. Spesso bravi ragazzi che hanno investito altri bravi ragazzi. In prima battuta, si può imputare tutto al fatto che ognuno di noi ha momenti in cui perde i freni inibitori e si sbronza o prende droghe, senza poi avere il buonsenso di rinunciare a guidare. Ma c’è dell’altro e mi preoccupa di più.
Prendiamo il caso della povera ragazza morta sabato notte a Bresso, alle porte di Milano. Lei i freni non li aveva persi: stava semplicemente rincasando con gli amici, seduta sul sedile posteriore di un’auto tamponata da un ubriaco che ha superato di slancio la fila al semaforo senza accorgersi che la vettura su cui viaggiava la ragazza stava svoltando a sinistra. Ma sarà solo colpa sua? Non voglio assolutamente difenderlo: aveva bevuto oltre il triplo del consentito e questo si commenta da sé. Voglio solo chiedermi se chi è stato travolto abbia rispettato tutte le regole che il Codice della strada detta, non per vessare ma per consentire a tutti di difendersi al meglio dagli imprevisti, come quello di trovare un ubriaco sulla propria strada. Quindi, il guidatore dell’auto tamponata, prima di iniziare a girare, avrà messo la freccia e guardato nello specchietto? E la ragazza – che, stando alle cronache, è morta dopo essere stata sbalzata – indossava le cinture posteriori? Girare senza freccia, non guardare negli specchi e ignorare le cinture quando si è seduti dietro sono esattamente le cose che in auto fa la maggioranza dei bravi ragazzi, dei buoni padri e madri di famiglia e dei saggi anziani di questo Paese.
Mi auguro che venga dimostrato che sia il guidatore dell’auto tamponata sia la ragazza che poi è morta erano perfettamente in regola. Che per somma sfortuna il tamponatore fosse invisibile perché "nascosto" dall’angolo morto del retrovisore. Che la ragazza sia stata uccisa dalla sola violenza del tamponamento, come può succedere soprattutto sulle utilitarie tamponate da un veicolo più pesante. Ma ciò non toglie che troppa gente ometta quelle piccole precauzioni che sembrano superflue e che nell’opinione comune (quella della buona gente) non sono nemmeno precauzioni ma semplici capricci della legge (ammesso che la si conosca o la si ricordi). Messaggi come "bravo ragazzo travolto da un ubriaco" non fanno altro che radicare ancor più questo stato di cose, facendo sembrare inevitabile ciò che a volte si potrebbe evitare o rendere meno dannoso semplicemente difendendosi da sè.
Pensiamo tra l’altro che si può essere travolti non solo da un ubriaco o da un drogato, ma anche da chi sta lavorando al volante da molte ore e cede al sonno. Insomma, da un’altra brava persona, aldisopra di ogni sospetto.