Stanotte è successo ancora: un camion ha travolto tre operai che stavano lavorando in un cantiere autostradale. Stavolta è successo sull’A1, tra Chiusi e Valdichiana. Quindi su un tratto gestito da Autostrade per l’Italia, che segnala i cantieri con modalità ancora più evidenti rispetto ai minimi stabiliti dalle norme. Eppure è successo. L’autista del camion è risultato negativo ai test antialcol e antidroga. Eppure è successo. Ancora una volta. Come per le altre volte, mi è difficile trovare una ragione. So solo che succede e che l’unico modo per salvarsi è non fermarsi mai lungo la carreggiata, nemmeno se c’è una piazzola di sosta: salvo vi sia oggettivamente impossibile, arrivate in un’area di servizio o di parcheggio. Eppure anche e soprattutto in questi giorni vedo comitive di vacanzieri che si fermano su svincoli, corsie di emergenza e quant’altro per consultarsi sulla strada da scegliere o per aspettare amici ritardatari. Come trent’anni fa, quando non c’erano i telefonini e nessuno parlava ancora dei rischi che corre chi si ferma lungo la strada.
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