Le buche uccidono. Ma c’è di peggio

Ultimo post sulla trasmissione cui ho partecipato l’altra sera su La7. Mi sono molto piaciuti i filmati d’inchiesta: io ormai nel giornalismo la parola "inchiesta" la uso con sempre minore frequenza e sempre maggior pudore, ma una volta tanto lo faccio con convinzione. Peccato che si sia parlato troppo di buche e troppo poco di guard-rail e altre carenze delle strade determinanti per la sicurezza.

Cose determinanti e da evidenziare, perché spesso l’utente normale non è in grado di vederle. Ne ho già scritto parecchio su questo blog e quindi vi rimando ai tanti post di questa sezione, dedicata a strade e segnaletica.

Piuttosto, volevo far notare che le buche non sono poi tanto pericolose. Certo, in trasmissione si sono visti bruttissimi casi di persone che ci hanno rimesso la vita, ma sono limitati a ciclisti e motociclisti. Una minoranza, quindi, anche se pure loro hanno il diritto di circolare in sicurezza e confort. Ma per automobilisti e camionisti, che sono la maggioranza, la questione è diversa: le buche creano solo scomodità e rischi di rompere ruote e sospensioni, ma proprio per questo indicono a rallentare. E questo forse non è un male, come dimostra il fatto che su strade pericolose coma la Jonica il degrado dell’asfalto non ha fatto aumentare l’incidentalità…

  • Gianluca Arena |

    Ehh, già, ma se la coperta è corta non capisco perchè ci debba rimettere, e tanto, solo qualcuno perchè è minoranza (ma neppure di molto).
    A questa stregua, sforzando di poco il ragionamento, tanto varrebbe smettere di cercare di curare certi mali, che tanto le probabilità di guarigione sono scarse e le cure costose, curiamo solo, al massimo, chi soffre di appendicetomia, costa poco, sono la maggioranza, e le probabilità di guarigione elevatissime.
    [risponde Maurizio Caprino] No, perché la ricerca va avanti anche per la “malattia” dei motociclisti: i guard-rail contro l’effetto-ghigliottina sono allo studio. Poi il punto sarà vedere quanti ne installeranno. E questo è lo stesso problema della medicina: pochi centri d’eccellenza e il resto degli ospedali da dimenticare. Nel nostro caso, però, è più grave: nella sanità è possibile curarsi bene “emigrando”, mentre le strade da percorrere sono spesso obbligate.
    La coperta può essere corta, a mio avviso, solo per due motivi, probabilmente entrambi veri:
    1) I soldi sono spesi male
    2) I soldi sono pochi
    Nel primo caso, intervenga la legge, nel secondo pure.
    In fondo lo stato pretende da noi che si circoli con un mezzo adeguato ed a tal fine fa pagare costi di immatricolazione (elevati), un IVA da salasso e costi di collaudo/revisione quadriennali o biennali non certo da saldi.
    E trovo giusto che lo stato pretenda questo, se un mezzo è fuori norma più facilmente porterà a non evitare incidenti (ipotizzando che non si guidi come un delinquente), con costi per la comunità e, forse, anche qualche ferito o morto.
    Ma se lo stato (e la regione, la provincia ed il comune) pretende da noi che si viaggi per le strade pubbliche con un mezzo adeguato ed a norma di legge, perchè non dovrebbe essere vero il contrario ? Ovvero che lo stato debba per contropartita dare a noi strade degne di tal nome, ben tenute, costruite e manutenute con criteri di sicurezza. Strade, insomma, a norma di legge!
    Ricordiamici anche che, per legge, una frazione non indifferente delle multe che comuni & soci ricavano devono essere investiti in manutenzione e sicurezza stradale.
    Come insegnano alcune indagini di riviste auto e motociclistiche questo accade raramente.
    Quindi i soldi ci sarebbero, o almeno ce ne sarebbero di più di adesso, se chi incassa le multe (che sono tante e talvolta faziose) spendesse i soldi per quello per cui dovrebbero essere destinati.
    Non credo che i soldi delle multe, se tutti ben spesi, risolverebbero tutti i problemi delle strade, ma parecchi li allevierebbero. o no ?
    Saluti,
    Gianluca
    P.S. è capitato anche a me che chi mi rispondesse al telefono mi facesse perdere la voglia di denunciare, ma ho insisitito parecchio, ed alla fine sono intervenuti. Mi dispiace solo che adesso il mio vicino di casa che il venerdì sera faceva l’idiota per il paese ora ce l’abbia con me, però io non sapevo fosse lui (altrimenti glielo avrei detto di persona) e… tanto ho traslocato! 🙂
    Un altra volta l’Anas mi ha risposto, letteralmente: “si faccia i c…i suoi”, sono andato dai Carabinieri e magicamente hanno messo a posto la strada.
    Ri-saluti.
    [ri-risponde Maurizio Caprino] Chiedo scusa per il ritardo, non mi ero accorto del nuovo commento perché il sistema di gestione del blog non me lo ha segnalato.
    Venendo alle questioni, in teoria le leggi ci sono già, ma magicamente non prevedono né sanzioni per gli enti proprietari inadempienti né veri poteri per le autorità preposte alla vigilanza, le quali proprio per questo spesso rispondono di non poter fare nulla (a volte mi è capitato di far notare problemi alle forze dell’ordine e ho visto solo alzate di spalle, l’ultimo episodio è di un mese fa e l’ho raccontato sul blog). Inoltre, le norme sui guard-rail prevedono che le strade già esistenti possano anche restare come sono: l’obbligo di installare barriere omologate scatta solo per i tratti nuovi e per quelli che vengono ammodernati.
    Fermando il ragionamento a questo punto, sembrerebbe che basti ritoccare le leggi aggiungendo qualche comma più restrittivo. Ma non è così: i problemi economici e la volontà politica (che poi almeno in parte è dettata da ciò che vuole la maggioranza di noi, anche se spesso è influenzata dal cattivo giornalismo) prevalgono su tutto e, se s’intende usare i soldi pubblici per altri scopi, non c’è norma che tenga. Cambiare la legge porterebbe solo a non farla rispettare o a far chiudere le strade non a norma (cosa che, per esempio, l’Anas ha spesso minacciato per la Salerno-Reggio Calabria, quando si è sentita il fiato della magistratura addosso).
    Infine, una nota tecnica non da poco, di cui mi sono dimenticato nelle mie risposte precedenti: quando si parla di urti, occorre togliersi dalla testa che esistano soluzioni in grado di dare più protezione a tutti in tutte le situazioni. Come la scocca di ogni auto è studiata per un urto standard statisticamente più probabile di altri (rimanendo inevitabilmente – e relativamente – debole nelle restanti situazioni), così ciascun guard-rail nasce per un impiego particolare (per esempio, quelli più resistenti sono prescritti dalle norme solo sulle strade con molto traffico pesante, perché quasi sempre sono tanto alti da causare danni anche alla testa degli automobilisti, per cui ha senso usarli solo dove c’è il rischio che uno scavalcamento della barriera faccia danni ancora maggiori e questo vale – a cascata – anche per le moto).

  • Gianluca Arena |

    Ammetto che sono rabbrividito leggendo quel “sono limitati a ciclisti e motociclisti”, purtroppo diverse persone che conoscevo erano motociclisti e ciclisti che hanno assaggiato queste buche così utili per far rallentare le auto e gli altri mezzi pluriruote dotati. Capisco, pur non approvandolo per nulla, il suo punto di vista però.
    Da una quindicina d’anni mi interesso di sicurezza per i motociclisti e le “buche” sono al terzo posto nelle cause di di morte ed al seconod epr gli incidenti per le categorie a due ruote. La prima e’ semza ombra di dubbio l’idiozia di chi guida, a volte il motociclista, a volte l’altro (non mi interessa mettere le percentuali esatte tra i due tipi di responsabili per non innescare diatribe non idonee in questo post), la seconda sono i guard rail (più morti che per le buche, il guard rail non perdona nemmeno a 30 Km/h, dato che è progettato malissimo).
    Finchè avere l’auto potente o la moto razzo senza saperle guidare sarà figo, finchè correre per strada sarà visto solo come un “pericoloso passatempo” e non come un tentativo di omicidio, finchè mancherà una cultura (a casa come a scuola) sulla responsabilità e la civiltà, per rallentare i guidatori, motociclisti, automobilisti, camionisti e quant’altro serve solo ed unicamente, a parer mio, che le multe vengano fatte e quindi che ci siano controlli per strada. Finchè si demanderà all’autovelox il lavoro di polizia stradale esisteranno i furbi che sanno dove trovarli, passano col rosso, saltano corsie e magari ammazzano persone, come accaduto a Milano nell’incidente che ha visto coinvolti un suv un tram ed un bus.
    A me capita la voglia di correre, ma a parte l’impormi da solo di andar piano nei centri abitati, sinceramente è la possibilità di trovare una pattuglia (di vigili, polizia o carabinieri) che mi tiene a freno. Questo perchè dalle mie parti, per fortuna, costoro controllano le strade e le pattugliano, non sono messi, come capita troppo spesso, a fare scorte (spesso inutili),a verbalizzare solo i divieti di sosta o a cambiare i “rullini” digitali dei velox.
    La buca invece, in moto mi terrorizza. Mi terrorizza che ci siano funzionari pagati per la manutenzione delle strade e che non fanno il proprio lavoro. Mi terrorizza che per non far uscire uno spazino (operatore ecologico) nelle rotonde ci siano tante scorie, sabbia e sassi come in una strada bianca.
    Mi terrorizza e fa arrabbiare che per l’inosservanza di qualcuno, impunito nonostante la legge, di norme chiarissime sulla manutenzione stradale io o qualche mia conoscenza si possa morire anche a 40 all’ora.
    Mi fa arrabbiare che il codice civile e stradale non venga seguito nemmeno da coloro che, per professione, hanno come unica mansione l’applicarlo.
    Scriviamo ai giornali. Io se sbaglio pago (se mi va bene solo con una multa), ma chi cerca di ammazzare me e gli altri biciclodotati non facendo il proprio dovere DEVE pagare anche lui.
    Cominciamo ad urlare “idiota” a quello che sgomma in città, facciamolo in tanti, facciamolo tutti. Smettiamola di dire invece “wow che motore” e convertiamoci ad un “wow che idiota assassino” e facciamoglielo capire.
    Cominciamo a chiamare i carabinieri quando un mezzo a motore sfreccia di notte a tutta velocità, segnaliamola. Sempre.
    Cominciamo a pretendere dal nostro comune che faccia uscire i vigili per strada (e magari offriamo loro un caffè, cisto che è un lavoro stressante ma utile per NOI).
    Denuciamo le manutenzioni malfatte.
    Denuciamo le buche, i guard rail, tombini sporgenti, i sassi per strada.
    Allora saremo, forse europei al 100%, sicuramente più cittadini a pieno titolo, ed anche più sicuri, tutti.
    Saluti,
    Gianluca
    [risponde Maurizio Caprino] Anch’io mi sono occupato di incidenti mortali occorsi a motociclisti e ciclisti e, per quel poco che il fisico e gli impegni mi consentono, sono anch’io ciclista. Però, se le risorse sono scarse, bisogna allocarle sui grandi numeri,che non sono certo quelli delle “dueruote”.
    Per il resto sono d’accordo, tranne una precisazione: credo che già molti si mettessero a chiamare i Carabinieri ogniqualvolta vediamo un imbecille che corre in città, ma le risposte ottenute dal centralino del 112 dovrebbero aver fatto passare la voglia. Almeno, così a me è capitato più volte. Comunque, confermo: meglio i Carabinieri (sono di più e hanno caserme sparse dappertutto), perché la Stradale a volte ha una sola pattuglia per un’intera provincia.

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