Una settimana fa, abbiamo denunciato la situazione della Circonvallazione Olimpica di Roma. Ripensandoci, ho visto viali tanto degradati in città del Terzo Mondo. E ora qualcuno mi fa ricordare che altri viali ridotti così ci sono ancora a Roma. Sì, nella capitale di un Paese del G8, per giunta rimessa in sesto varie volte in anni non lontani. Per i campionati mondiali di calcio, le Colombiadi, il Giubileo. Per i programmi di Roma Capitale e chi più ne ha più ne metta.
Non sono all’altezza per capire e spiegarvi tutte le ragioni per cui la situazione è questa. Ripiego sulla descrizione dell’altro viale che mi hanno ricordato, la Salaria: la sede stradale è quella che è, con due carreggiate sì, ma strette tra concessionarie d’auto, altri capannoni, l’aeroporto dell’Urbe e tanti alberi. Fin qui, poco male. Il punto sta nei dettagli, che danno quella sensazione di Terzo Mondo: degrado della segnaletica, guard-rail ammaccati e arrugginiti che non proteggono più nulla eccetera. E questo è ormai da anni.
La novità è che mi segnalano (io non passo di lì da tanto) che il Comune ha fatto un solo intervento: installare telecamere con funzione dissuasiva nei confronti della prostituzione. Certo, una loro utilità per la sicurezza stradale ce l’hanno: le prostitute creano problemi al traffico occupando gli unici spazi laterali che servirebbero a chi ha necessità di fermarsi. Ma forse, per una delle principali strade che entrano a Roma, occorrerebbe fare di più. O quantomeno dimostrare che gli incassi delle multe non bastano per fare di più, ma su questo i Comuni sono assai poco trasparenti.