Non sarà stata originalissima, ma è stata comunque una buona idea: dopo l’incidente del Lungotevere della settimana scorsa, i giornalisti dell’edizione romana di Repubblica sono andati a vedere in che condizioni sono le strisce pedonali della città. Ne è uscito un disastro: quasi ovunque sono del tutto cancellate o comunque poco visibili. L’esatto opposto di tanti piccoli centri, dove gli attraversamenti pedonali sono evidenziati sin troppo.
Già, perché nell’ultimo decennio sono proliferate strisce contornate da una fascia dipinta sull’asfalto, più spesso di colore rosso-amaranto ma talvolta anche azzurro (non ci crederete, ma qualche sindaco lo ha fatto per questioni di appartenenza politica! con buona pace dell’uniformità cercata dal Codice della strada). Tutto comunque destinato a scolorirsi presto, visto che la munutenzione non è quasi mai frequente.
E questa è solo la versione più "sobria", ancorchè poco utile. Soprattutto al Nord, poi, si sono viste autentiche costruzioni, in pratica dossi artificiali con base tanto larga da poter ospitare le strisce. Tutte cose non previste dal Codice della strada, tanto che il ministero dei Trasporti da anni ammonisce i Comuni che le adottano: se accadono incidenti o i veicoli in transito urtano i dossi, si può essere chiamati a risarcire i danni causati dalla sede stradale resa anomala volontariamente.
Tra strisce poco visibili e strisce esagerate, sta di fatto che siamo secondi in Europa per numero di pedoni morti: 672 nel 2005, di cui il 29,3% stava attraversando sulle strisce. Questi sono gli ultimi dati disponibili, accertati dal progetto EuroTest e divulgati dall’Aci a fine gennaio. Peggio fanno solo la Spagna in valore assoluto e la Norvegia per tasso di mortalità. Siamo tre volte sopra la media europea. E, soprattutto, il problema si è aggravato proprio negli ultimi anni, per cui le strisce rosse o blu e i dossi non sono serviti a granché. Sarà forse il caso di cominciare a far rispettare l’obbligo di dare precedenza ai pedoni sulle strisce, di ridipingerle meno di rado e magari – dove c’è spazio – di accompagnarle con un cartello (previsto dal Codice e spesso anche presente, ma disatteso perché nessuno prende una multa se non lo rispetta). senza inventarsi altre astrusità.