State guidando nella notte, in mezzo al nebbione. Un’auto vi supera. Ne siete rassicurati: vi fa pensare che non state andando poi così forte. Così decidete di accelerare un po’, senza accorgervi che sulla vostra scelta pesa anche un’illusione ottica: quella causata dalle luci posteriori di chi vi ha appena superato.
Infatti, le luci sono più visibili nella nebbia rispetto agli altri oggetti non luminosi e quindi riuscite a scorgerle fino a una certa distanza. Gli altri oggetti non luminosi sono avvistabili solo se vengono raggiunti dal fascio dei vostri fari, che ha una portata inferiore a quella che credete di avere regolandovi in base alla distanza alla quale vedete le luci posteriori degli altri. Lo dimostra il fatto che, quando gli altri – nella loro incoscienza – vi seminano, il fatto di non vederne più le luci dà la sensazione che la visibilità si sia ridotta. E invece è rimasta sempre uguale, per cui non avreste dovuto accelerare per accodarvi all’incosciente.
Nè si può sostenere che "tanto davanti c’è qualcuno che va ancora più forte, al limite sarà lui ad andare a sbattere". Occorre considerare che spesso tra voi e chi vi precede non c’è una distanza tale da consentirvi di evitare l’altro veicolo nel caso urti contro un qualunque ostacolo tanto consistente da non farlo avanzare oltre il punto dell’impatto. Inoltre, probabilmente non potrete neppure essere preavvisati dalla frenata dell’altro guidatore: questi andrà tanto forte in rapporto alla visibilità reale da accorgersi dell’ostacolo quando ormai non c’è più nemmeno il tempo per toccare il freno.