I giudici comprati e i velocisti graziati

Giudici di pace comprati per non perdere la patente. Da questo è nata l’indagine che da una settimana sta scuotendo gli ambienti giudiziari baresi, con le ovvie ripercussioni polemiche nazionali (quando c’è di mezzo la magistratura, tutto diventa un caso politico). L’indagine, sul fronte-patenti, sta riguardando solo il trattamento dei delinquenti abituali. Ma l’esperienza mi fa sospettare anche sulle sospensioni che alcuni normali guidatori sono riusciti a evitare pur avendo commesso infrazioni gravi.

Ai delinquenti abituali viene tolta la patente perché il poter guidare li agevola nel commettere reati. Senza contare che, a volte, questi reati creano problemi di sicurezza stradale: pensate, per esempio, alle fughe dopo le rapine. Le cronache dimostrano che questo spesso non basta: per i malviventi le sanzioni per guida senza patente sono il minore dei problemi, per cui si mettono al volante tranquillamente. L’indagine di Bari sembra dimostrare che comunque ci sarebbero pregiudicati che preferiscono corrompere i giudici per evitare il problema.

Il sospetto è che alcuni automobilisti normali possano aver fatto lo stesso dopo essere stati fermati per infrazioni gravi come l’eccesso di velocità per oltre 40 orari (che costano almeno un mese di sospensione della patente). Ricordo che intorno al 2001 all’interno delle forze di polizia montò il malcontento per il trattamento incredibilmente favorevole per non pochi trasgressori. Ricordo che in questo quadro documentai casi perlomeno in Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Sardegna e Puglia, mentre trovai più serietà in Veneto.

Proprio qui, dalle parti di Barletta, ricordo la storia di un avvocato fermato alle quattro del pomeriggio a 160 all’ora su una superstrada, con ritiro immediato della patente: l’indomani mattina alle 9, era già negli uffici della Stradale a riprendersi il documento, forte di un provvedimento di un giudice di pace ottenuto a tempo di record. Un trattamento che m’impressionò, perché fino ad allora avevo visto solo molta “clemenza” nelle decisioni: in nessun altro caso avevo visto anche tanta celerità. Fu un semplice lampo di efficienza, una dimostrazione di amicizia da parte del giudice verso il “collega” avvocato o corruzione? Dopo l’indagine venuta fuori la settimana scorsa, la curiosità mi è aumentata.