L’incidente di Milano: le vere colpe delle suv

Avevo scritto il primo post sull’incidente di ieri a Milano all’impronta: era mezzanotte e non avevo visto nemmeno le rassegne stampa in tv. Ma non era stato difficile prevedere che sarebbe partita una campagna contro le suv e purtroppo così è stato. Nel primo post avevo messo un primo paletto. Ora, letti i giornali, facciamo ulteriore chiarezza per dare alle suv quelle che sono le loro vere colpe. Che ci sono, ma sono diverse da quelle che l’opinione pubblica (compresi i giornalisti che non hanno competenze specifiche) attribuisce loro.

1. Sotto accusa c’è il presunto comportamento aggressivo dei conducenti delle suv, che si sentono protetti dalla mole del mezzo che guidano. Ma anche chi gira in Smart tende a infilarsi dappertutto, creando fastidio e pericoli a chiunque rispetti le regole, a prescindere da cosa sta guidando. Inoltre, tra le motivazioni di acquisto di una suv ce n’è anche una difensiva e non aggressiva: “con quella mole, mi difendo meglio da chi mi viene addosso” (cosa peraltro non sempre vera, come spiego al punto 4).

2. Se si dimostrassero vere le testimonianze di chi ieri ha visto la Porsche Cayenne invadere la corsia dei mezzi pubblici semplicemente per non fare la coda e non per evitare alcuni pedoni, non cambierebbe nulla: chiunque può invadere una corsia riservata così poco protetta (oltre che mal collocata, si veda il punto successivo). E infatti chi conosce quella via sa che le infrazioni alla corsia riservata non le commettono solo le suv.
In generale, Napoli è forse la città italiana dove si guida in modo più aggressivo di tutte, ma le condizioni economiche della zona fanno sì che la diffusione delle suv non sia ai livelli di altre aree del Paese in cui i conducenti sono in media meno scorretti.

3. Piuttosto, è da rimarcare ancora una volta la scarsa sicurezza di quella corsia riservata. Non solo perché è ricavata al centro della carreggiata (chi circola sulla corsia normale ha dagli specchietti una scarsissima visuale sui mezzi pubblici che sopraggiungono e deve badare ai pedoni che attraversano in fretta e senza guardare perché altrimenti perdono il bus) e protetta da un cordolo scavalcabile da chiunque. Ma anche perché, data la vicinanza a Palazzo di giustizia e la direzione verso l’aeroporto, quella corsia è percorsa anche da molte auto in servizio di scorta a magistrati e personalità varie e da veicoli delle forze dell’ordine. Tutti mezzi che certamente vanno più forte del bus e del tram che si sono scontrati ieri (anche se spesso quella corsia si congestiona proprio per la pluralità di utenti)…

4. Non è sempre vero che avere una suv autorizzi a prendersi maggiori rischi. Non solo perché il peso rende più difficile la frenata e la maneggevolezza nonostante la sensazione di manovre facili che la vettura trasmette. Ma anche perché, se il telaio non è studiato bene, anche una suv può proteggere poco i passeggeri, specie se entra in collisione con un veicolo ugualmente pesante. E col continuo aumento dei pesi dei nuovi modelli visto negli ultimi 15 anni non c’è molto da stare allegri (solo negli ultimi mesi si comincia a vedere un’inversione di tendenza, ma intanto si parte da masse molto superiori a quelle del passato).

5. Ovviamente, nella questione-suv sollevata oggi dai giornali, emerge anche l’aspetto legato all’inquinamento. Posso dirvi che, se parliamo di sostanze inquinanti in senso stretto, il problema si pone in modo molto relativo: queste sostanze sono soggette a limiti europei e i modelli che li superano non possono essere venduti. Se le suv si vendono e – come è certo – continueranno a essere vendute anche quando entreranno in vigore i prossimi limiti Euro 5 ed Euro 6 (ancor più severi degli attuali Euro 4), vuol dire che li rispettano al pari di un’utilitaria (magari al prezzo di grosse sofisticazioni tecniche, ma se il cliente può pagarne i costi non c’è problema).
Le cose cambiano radicalmente se invece consideriamo le emissioni di CO2, che non è un gas inquinante (lo emettiamo anche noi respirando) ma dal punto di vista ambientale sta creando l’allarme del momento perché causa l’effetto-serra con i conseguenti cambiamenti climatici. Le emissioni di CO2 dei veicoli sono solo una minima parte di quelle totali, ma sono tra le poche su cui è possibile agire per ottenere una riduzione (non essendo possibile impedire agli esseri viventi di respirare ed emettere flatulenze e ai vulcani di essere attivi eccetera). La quantità di CO2 emessa da un veicolo è direttamente proporzionale al consumo, a prescindere dalle sostanze inquinanti (quindi Euro 0 ed Euro 4 sono assolutamente pari), e quindi è qui che le suv fanno danni. Ma non solo loro: per esempio, anche una grossa monovolume ha lo stesso problema. L’unica differenza è che oggi le tendenze della moda e del mercato fanno sì che una grossa monovolume venga acquistata solo da chi ne ha realmente bisogno (per esempio, le famiglie numerose), mentre le suv fanno gola praticamente a chiunque possa permettersele. Anche se single.

  • Giuliano Gavazzi |

    Due commenti:
    a Antonio Bertocci: apprezzo la sua, forse non intenzionale, ironia nel prendere i ciclisti (pochi) che usano i marciapiedi a esempio della sopraffazione che è oramai regola in Italia… i pochi ciclisti che, quando costretti, usano a tratti i marciapiedi, in genere li percorrono con estrema attenzione. Inoltre, in paesi civili quali l’Inghilterra, è più probabile che un pedone sul marciapiede venga ucciso da un automobilista che da un ciclista (se questo mai è successo!). Dovrebbero forse i ciclisti protestare per l’indisciplina dei pedoni, che spesso li mettono in situazioni di pericolo con attraversamenti improvvisi e invasioni delle poche e inutili piste ciclabili? Certo che no. I ciclisti vogliono, e hanno diritto di, usare le strade. Solo che i suoi cari colleghi automobilisti dovrebbero mettere da parte la frustrazione di vedere un mezzo così essenziale e spartano star loro davanti nel traffico cittadino, e cominciare a rispettare le distanze, e le velocità legate alle condizioni (quindi non 50, ma più sensatamente 30km/h), come richiesto dal codice della strada. E questo valga anche per i mezzi pubblici.
    A Maurizio Caprino: grazie per il suo blog obiettivo e informativo, anche se ancora manca di una sezione per la parte debole: i ciclisti e i pedoni. Quanto al suo commento sui costi di produzione e smaltimento dei SUV, non farei un paragone coi veicoli di un decennio fa, ma con i veicoli di dimensioni e massa ragionevoli che si producono ora. Credo comunque che il vero problema di questi veicoli, come purtroppo anche di altre classi, sia l’isolamento dal mondo esterno. Un motociclista e in misura molto maggiore un ciclista sono dentro il traffico, consapevoli di ciò che avviene intorno; un automobilista, anche se lo volesse, non potrà mai esserlo.
    [risponde Maurizio Caprino] Credo che in un Paese vario e complicato come il nostro siano vere un po’ tutte le tesi. Per esempio, visto che è appena finito agosto, posso raccontare che nella solita località turistica del Sud dove per motivi familiari “mi appoggio” ho dovuto rinunciare a portare sulla mia bici mia figlia di 22 mesi, perché tra pedoni e ciclisti ognuno faceva letteralmente ciò che voleva, anche davanti ai vigili. Senza alcuna distinzione tra isole pedonale, piste ciclabili e strade aperte al traffico. E, quella volta che ho provato, ci guardavano come marziani perché avevamo entrambi il casco e la bimba era allacciata busto e gambe a un seggiolino “integrale” omologato.
    Quanto al discorso-suv, ormai tutte le auto moderne (salvo le utilitarie più spartane) offrono un isolamento acustico che effettiveamente può diventare pericoloso. Provate ogni tanto a guidare col finestrino abbassato (sempreché non siate su una strada inquinatissima) e vedrete che differenza!
    Infine, giusta l’osservazione sugli utenti deboli: ho appena creato una categoria apposta. Spero di cominciare a riempirla al più presto.

  • krocker |

    Il problema dei SUV è che sono dei mezzi fondamentalmente irrazionali. Non ha senso circolare in città con dei mammuth pesanti, pericolosi (per gli altri, beninteso) e inquinanti (non c’è solo la CO2, consideriamo anche i costi ambientali indiretti per un maggior impiego di materie prime per la costruzione prima e da smaltire poi – ma si sa, parlare di queste cose in Italia, paese di scarsa cultura scientifica e ambientale, è più o meno come bestemmiare…).

    Per ottenere lo stesso risultato sarebbe possibile usare mezzi più contenuti e non per questo meno efficienti o "splendenti".

    Spero solo che la mania di sfoggiare questi splendori mammuthiani passi presto di moda…

    [risponde Maurizio Caprino] Per quanto riguarda lo smaltimento, temo che influisca di più la filosofia costruttiva: un’auto (anche una suv) progettata di recente (e quindi già guardando al suo futuro smaltimento) dovrebbe dare meno problemi di un qualsiasi modello di dieci anni fa.

  • Antonio Bertocci |

    Per lavoro uso in città vetture di tutti i generi, suv compresi. e una cosa non manco mai di notare, come quando guido un suv non ci sia un’altra auto o un motorino che mi taglia la strada, abitudine ormai osservata dal 100 per 100 dei milanesi.
    Il problema dei suv è quello che le città italiane sono la jungla, con unica regola quella di sopraffare, come dimostrano ciclisti e motorini sui marciapiedi, minacciando i malcapitati pedoni che protestano.
    Senza interventi che stronchino alla radice questa anarchia, di cui primi epigoni sono gli autisti di tram e bus, che non sanno più da tempo che cosa sia un rosso o un limite di velocità, andremo di male in peggio, altro che suv e corsie ben costruite.
    Qualcuno ha mai provato a verificare la scatola nera di un bus urbano? e a controllare in quanti casi rispetti il limite dei 50 all’ora? fate un test sulla 90-91 o su linee che percorrono viali ampi, avrete sorprese da paura. Senza parlare dei furgoni: stracarichi e spesso in condizioni di manutenzione pietose, oltre che – per omologazione – con spazi di frenata che sono il doppio degli altri veicoli non commerciali.
    Prendiamo piuttosto esempio da Amsterdam, con la distribuzione delle merci affidata ad appositi tram e a furgoncini elettrici, al posto di bandire crociate di ben scarso senso.

    [risponde Maurizio Caprino] D’accordissimo: se siamo tutti aggressivi, non dovremmo avere armi in mano. E ogni veicolo è un’arma (è una delle poche cose su cui concordavo con l’ex-ministro Lunardi), per cui teoricamente dovremmo andare tutti a piedi o darci tutti una grossa regolata.

  • Nino |

    L’effetto sicurezza dato dal SUV determina,per constatazione quotidiana,una guida molto più agressiva.Tanto sono ben difeso!!!
    Le limitazioni alla circolazione centro-cittadina sono giustificate dall’ingombro medio maggiore.L’attuale maneggevolezza ne determina il parcheggio dove ultravietato.Aiuole,marciapiedi alti ( per protezione,ma quale? )

    [risponde Maurizio Caprino] Le suv in giro sono ancora relativamente poche e non credo siano gli unici veicoli a essere guidati in modo aggressivo. Quanto alle dimensioni, lancio una provocazione: confrontiamo la lunghezza di ciascuna suv con quella della station wagon equivalente (per esempio, Bmw X5 e Bmw serie 5 Touring), probabilmente scopriremmo che – ragionando per ingombri e divieti – si dovrebbe vietare molto di più.

  Post Precedente
Post Successivo