Gli antiproibizionisti avranno anche ragione, ma al volante…

L’estate scorsa ho comprato un interessante libretto per approfondire un argomento su cui confesso di non aver mai messo abbastanza la testa: le droghe. Si chiama “Felicità chimica”, è di Claudio Cappuccino, finalmente l’ho letto tutto e ve lo consiglio. Perché apre la mente: in sostanza, dimostra che la gente (compresi papi, re,generali e scienziati) ha sempre fatto uso di droghe nella storia e che i problemi maggiori alla società sono arrivati con l’abuso, che sembra legato al proibizionismo degli ultimi decenni. Senza contare che sono droghe anche altre sostanze lecite ma anch’esse oggetto di abuso non di rado: tabacco e alcol. Secondo Cappuccino, il proibizionismo è dovuto a un misto di volontà di potere delle classi dominanti e di pressioni dei religiosi più intransigenti. Non posso dire di essere diventato antiproibizionista, ma di certo oggi guardo il problema con occhi molto diversi e, soprattutto, dubbiosi su cosa si debba fare oggi per risolvere il problema degli abusi (che pare sia l’unico vero problema).
Tutto questo, però, vale fino a quando non si guida: continuo a pensare che nessun conducente debba prendere alcol o droghe.

Infatti, dobbiamo metterci in testa che guidare è un esercizio difficile, che non richiede solo abilità e prudenza (ammesso che le si abbia davvero…), ma anche condizioni psicofisiche perfette. Quindi, niente droghe, niente tentativi eroici di arrivare a destinazione anche quando si è stanchi (senza aspettare che gli occhi comincino a chiudersi da soli, è una cosa seria ne abbiamo parlato in un post meno di un mese fa quando sono morti tre militari) e – se serve – un buon paio di occhiali della gradazione giusta (controllate che non sia cambiata ultimamente!) e con lenti infrangibili non di vetro (in caso d’incidente, non devono fare schegge che potrebbero entrarvi negli occhi).
Insomma, chi prende droghe adesso mi fa meno paura di prima e non arrivo a dare giudizi etici su ciò che fa. A patto che si metta alla guida solo se non ha preso nulla. E, se non ce la fa senza oppure prende cose che lasciano effetti prolungati su coscienza e riflessi, rinunci del tutto a guidare.
Ovviamente sto chiedendo cose spesso irrealizzabili. Per questo, occorre “imporle” con campagne informative preventive e con controlli repressivi. Banale, ma va ricordato: ho aperto la porta all’antiproibizionismo, ma non vorrei essere frainteso.

  • stef |

    Mica solo al volante…prendereste mai un aereo pilotato da un ubriaco o un treno condotto da uno che ha appena usato sostanze stupefacenti? Non credo.

    L’unica differenza è che piloti e macchinisti sono controllati (almeno spero!) per cui dovremmo star tranquilli. Chi guida una macchina invece può uccidere tranquillamente senza alcun rischio….

    [risponde Maurizio Caprino] Il problema sta proprio in quelle due paroline tra parentesi: "almeno spero!". Perché un amico che bazzica il settore dell’aviazione civile mi esprimeva dubbi proprio sui controlli, nonostante il fatto che potenzialmente siano molto più efficaci di quelli previsti per le normali patenti. Sinceramente non sono in grado di specificare meglio la questione né di dire quanto sia fondata: tutto nasce da chiacchiere al ristorante con un amico e non ho mai avuto occasione di approfondire. Però da allora il dubbio un po’ me lo porto e ve lo giro pari pari.

  • paolo |

    Sorry , people, well … volevo scrivere ABBIOCCO.

  • paolo |

    Su una rivista amiricana di body building, e loro di droga in generale se ne intendono, un esperto diceva che tra le droghe leggere la piu’ diffusa è il PANE. Non sto scherzando, in effetti la droga è un qualcosa che puo’ danneggiare la salute e puo’ dare dipendenza fisica o psicologica. Il pane puo’ portare a gravi malattie, tipo diabete in soggetti predisposti e da’ sicuramente dipendenza, provate a vedere certe persone al ristorante , se non porti il pane subito e fai aspettare un po’ vanno in crisi di astinenza e si arrabbiano. Per quanto riguarda la guida il pane porta ad avere sonno, il cossiddetto obbiocco.

    [risponde Maurizio Caprino] C’è anche da considerare un’altra cosa, che vi riporto pari pari dal libro che ho letto senza fare commenti perché siamo fuori dal mio campo di competenze: anche le droghe riconosciute da tutti come tali non darebbero particolari problemi nell’uso, ma solo nell’abuso. Resta fuori la guida, perché richiede sempre riflessi pronti e quindi chi prende un minimo di droga senza abusarne può essere perfettamente approvato dall’autore del libro che ho letto e io non discuto finché questa persona resta a casa sua. Ma, se questa stessa persona scende in strada e si mette a guidare, discuto sì.

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