Se ne parla da cinque anni. E ce ne vorranno altri due circa per arrivare alla piena operatività. In ogni caso, l’evoluzione del sistema che controlla le officine autorizzate alla revisione (la cosiddetta “MctcNet 2”) diventerà una realtà ed è anche per aiutare gli operatori negli investimenti che essa richiederà che sono state di recente rincarate le tariffe a carico dei clienti. Quello che rimane in dubbio è se sarà davvero efficace: l’Adiconsum, che già aveva criticato le nuove tariffe, pensa di no.
MctcNet 2 si differenzia dalla prima versione essenzialmente per la presenza di una telecamera, il cui scopo è garantire che il veicolo i cui dati di funzionamento vengono rilevati dal sistema e fatti archiviare alla Motorizzazione sia davvero quella del cliente e non una “controfigura” (trucco utilizzato per eludere MctcNet1 dalle officine che elargiscono promozioni senza nemmeno pretendere di visionare il veicolo). Per arrivare a definire MctcNet2, si è passati da una lunga fase di prove e discussioni, per conciliare l’affidabilità e i costi (le attuali, costose attrezzature delle officine andranno aggiornate, se non – in parte – sostituite). Nonostante questo, si continua ancora a litigare su alcuni aspetti, come per esempio la necessità di un software di riconoscimento automatico della targa: c’è chi dice che serve e chi dice che sia solo un modo per procacciare affari alle poche aziende che li producono. Si discute anche su quale sia il momento più opportuno per scattare la foto che documenta la presenza del veicolo: da un lato non si può riempire la linea di revisione di telecamere o macchine fotografiche, dall’altro occorre garantire che il veicolo controllato non possa essere sostituito nel corso del test.
E’ proprio su questi aspetti che si concentra lo scetticismo dell’Adiconsum. L’altro giorno, a Roma, mi è capitato di incontrarne il segretario nazionale, Paolo Landi, che mi è sembrato particolarmente agguerrito. Siamo rimasti d’accordo che vigileremo.