Per la stampa italiana, in questi giorni il presidente francese Nicolas Sarkozy è degno di attenzione solo perché si è concesso una (come al solito) lussuosa vacanza in compagnia nientepopodimeno che con Carla Bruni. Io vi segnalo che, prima di partire, Sarkozy ha tracciato le nuove linee guida per far scendere a 3mila nel 2010 le vittime delle strada in Francia (mille in meno rispetto all’obiettivo fissato dalla Ue). Nel pacchetto non ci sono solo nuovi controlli automatici di velocità, ma anche corsi di guida sicura per i giovani.
Non stupitevi per i controlli di velocità: avete già letto che la Francia negli ultimi è stata disseminata di postazioni automatiche che hanno dato buoni risultati, ma – come mi segnalano anche amici che hanno viaggiato lì di recente – in alcune zone si corre ancora molto. Nulla di strano: la Francia – come l’Italia – è grande e non si riesce a presidiare bene tutto il territorio. Tanto più che le infrazioni rilevate continuano ad aumentare, segno che la gente appena ha la sensazione di poter trasgredire lo fa (sarà interessante vedere che cosa succederà di qui a dieci anni, quando il sistema dei controlli sarà ormai stabilizzato).
Quanto ai corsi di guida sicura per i giovani, li ritengo in generale molto utili, ma vedo molte incognite. A partire dai costi (almeno 500 euro per allievo, arriveranno contributi pubblici?), per arrivare ai contenuti. Sotto quest’ultimo profilo, alle perplessità che ho espresso ad agosto in questa stessa sezione (a volte gli istruttori in pista insegnano solo a raggiungere e “gestire” il limite fisico di aderenza senza tenere conto delle ulteriori variabili che s’incontrano su strada) aggiungo il fatto che alla base degli incidenti causati dai giovani non c’è tanto l’incapacità “tecnica” di guidare (che pure c’è ed è spesso gravissima, come negli adulti), quanto:
-la sottovalutazione dei rischi;
– la ricerca delle sensazioni forti;
– l’opinione che le regole servono solo a rendere la circolazione meno fluida (e invece è l’esatto contrario, perché le code si formano soprattutto quando ci sono correnti di traffico in conflitto che cercano di muoversi senza alcuna regola, mentre se si tenesse una velocità costante e si passasse alternatamente in caso di restringimenti se ne verrebbe fuori tutti più presto);
– la convinzione che gli incidenti in cui s’incappa siano colpa “degli altri” o “del destino”.
Questi sono dati della recentissima ricerca svolta sui giovani dall’Università La Sapienza di Roma nell’ambito dell’ultima edizione del progetto Icaro della Polizia stradale e mostrano alcuni fattori di rischio che non si eliminano semplicemente portando i giovani in pista a rendersi conto di quanto è facile perdere il controllo dell’auto e a imparare come riacquistarlo (quando è possibile). Vedremo se in Francia riusciranno a fare anche lezioni in aula mirate sugli aspetti che non emergono in pista.