Dunque, il gran giorno è arrivato: dopo mesi di critiche sul suo decreto, ho incontrato il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi. Non c’è stato molto spazio per discutere: l’occasione dell’incontro è stata il forum del Sole-24 Ore sulla sicurezza stradale, per cui le domande erano quelle dei lettori e io – per ragioni di tempo, vi spiego meglio nel post scriptum – ho potuto farne una sola. In generale, non c’è stato tempo per approfondire o controbattere, per cui si è rimasti sulle generali e il mio giudizio complessivo resta sospeso. Ma devo dire che su un aspetto il ministro mi è parso più competente rispetto ad alcune sue dichiarazioni (o a come erano state riportate dai media). Su altri, invece, sono emersi precisi indirizzi.
Bianchi mi ha sorpreso positivamente sui limitatori di velocità sulle auto: nonostante le apparenze, si rende benissimo conto che renderli obbligatori non è affatto semplice dal punto di vista tecnico. Ma non ho ben capito se lui pensi che comunque sono dispositivi utili; io continuo a dire che servono a poco, perché un limitatore a 130 non impedisce di raggiungere i 100 in città, con tutto ciò che ne consegue. Diverso sarà il discorso quando (tra decenni) ci saranno segnali in grado di interagire con l’elettronica di bordo, come la Ue prefigura con una sua raccomandazione.
Altro punto positivo, le cinture posteriori: Bianchi sa tutto e fa notare che il sabato sera muoiono sempre più i passeggeri posteriori, a causa del viziaccio nazionale di allacciarsi solo se si viaggia davanti.
Ecco le cose su cui Bianchi si è mostrato più risoluto:
– il limite dei 130 in autostrada non si tocca;
– nessun ripensamento sull’obbligo di rendere visibili i controlli di velocità, nonostante siano diminuite le multe ("sono diminuiti anche gli incidenti", ma speriamo che duri…);
– chi non rende visibili i controlli va punito (come? lui ha detto che ci sono sanzioni ma io francamente non ne sono a conoscenza…), ma ciò non toglie che le infrazioni vengono comunque commesse e il fatto che l’apparecchio sia nascosto non è rilevante sulla sussistenza di questa infrazione;
– la cilindrata minima delle moto per essere ammesse in autostrada non si abbassa ("perché entrerebbero veicoli molto piccoli", forse c’è da discutere per alcuni modelli relativamente recenti, ma in effetti la tendenza del mercato è comunque quella ad alzare le cilindrate e quindi più il tempo passa meno il problema si pone);
– il servizio di Isoradio va bene così com’è ("tutto è perfettibile, ma…"), sia a livello di copertura del segnale sia a livello di contenuti (e anche su questo ci sarebbe qualcosa da ribattere).
Tra i punti da approfondire, la revisione della segnaletica annunciata da Bianchi e la modifica di corsi ed esami per la patente e la distanza di sicurezza (Bianchi ha riconosciuto che in futuro sarà tecnicamente possibile aumentare la vigilanza, ma ha anche detto che, con la congestione che abbiamo per strada, tenere la distanza farebbe aumentare le code).
Sul problema del mancato uso delle frecce, Bianchi è caduto in una tentazione già nota: proporre come unica soluzione l’inasprimento delle sanzioni. Io penso che su questo occorrerebbe usare i Provida montati a bordo di auto-civetta: le loro telecamere dovrebbero poter essere usate di più "in continuo", cioè senza fermare sempre il trasgressore, sottraendo molto tempo al sanzionamento di altre infrazioni. Ovviamente, un uso così "spregiudicato" andrebbe adeguatamente annunciato, in modo che tutti possano regolarsi.
Ultimo punto che non mi è piaciuto: i guard-rail. Un lettore si lamentava e Bianchi ha risposto che si sta lavorando, citando gli investimenti di Autostrade per l’Italia (Aspi). Anche dando per scontato che sulla rete di Aspi sia stato fatto tutto a regola d’arte, quanto è stato investito sul resto delle strade italiane? Ricordo che lì la gestione è soprattutto di Anas, Regioni ed Enti locali, che notoriamente su queste cose non hanno da spendere granché…
P.S. Il forum mi ha convinto ancor più di prima che non è sufficiente la presenza di una telecamera per garantire un confronto trasparente col pubblico. Anzi. Quando sei a tu per tu con qualcuno con cui non sei d’accordo, cerchi di dialogare per capire se ha valide ragioni. In dialoghi del genere, è normale interrompere in continuazione l’interlocutore, se non altro per valutarne la preparazione e vedere se hai capito le sue tesi. Poi ne trai le tue conclusioni e le sintetizzi quando scrivi l’intervista da pubblicare sul giornale, quindi fai tutto un lavoro per rendere il tutto prontamente fruibile dal lettore. Quando c’è una telecamera, invece, non hai tempo per controbattere o chiedere ulteriori chiarimenti, altrimenti chi ti guarda si perde. Nel caso di un forum, poi, il ruolo del giornalista è ancor più limitato: le domande le fa il pubblico, tu devi solo leggerle ed eventualmente spiegarle meglio o chiedere un minimo di chiarimento sulle risposte che dovessero essere particolarmente oscure. Nessuno spazio per incalzare l’interlocutore.