Ricordate le nevicate di tre anni fa su Piemonte e Liguria? Le società che gestiscono le autostrade di quelle zone si mobilitarono e diedero informazioni tanto lentamente che il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, le accusò pubblicamente di “dormire”. Probabilmente aveva ragione, ma – come da copione – le inchieste rumorosamente avviate dall’Anas si chiusero senza particolari sconvolgimenti. Arriviamo così alle nevicate di questi giorni. I grandi accusati restano sempre i mezzi pesanti che girano senza catene e per questo s’intraversano sulle carreggiate, bloccando importanti arterie. Ed è per questo che l’Anas ne ha vietato il transito su quasi metà della Salerno-Reggio. Ma, dopo le sfuriate dell’epoca, da Bertolaso mi sarei aspettato di più.
Infatti, le sue accuse si estesero all’assetto complessivo delle informazioni sul traffico. Si fecero riunioni su riunioni e si apportò qualche correttivo. Ma ciò non ha impedito che l’altro ieri i pugliesi che guardavano la tv per capire quale fosse la situazione sull’A14 abbiano avuto notizie contrastanti nel giro di pochi minuti dal telegiornale regionale della Rai e da quelli delle tv private locali. Di fronte aemergenze del genere, questo non dovrebbe essere ammesso: la Protezione civile dovrebbe prendere in mano direttamente la situazione e imporre collegamenti con la sua sala operativa, dalla quale il suo personale dovrebbe parlare direttamente agli italiani attraverso l’emittenza pubblica e privata, nazionale e locale, radiofonica e televisiva.
Qualcuno obietterà che questo è un sistema poco democratico, una sorta di Minculpop dell’emergenza-maltempo che potrebbe oscurare gli scoop dei giornalisti in mezzo alla tormenta. Io rispondo: guardiamoci bene negli occhi e raccontiamoci con franchezza come vanno le cose nelle redazioni. Andiamo quasi sempre al traino dei comunicati ufficiali, l’unico pericolo è che qualche giornalista – alienato dal lavoro di scrivania che è costretto a fare – sbagli a copiarli o ne rilanci uno senza accorgersi che nel frattempo ne è arrivato uno più aggiornato. Senza contare il vizio di citare tutti i problemi di viabilità senza specificare quali sono ormai risolti e quali sono ancora in atto. Se poi qualche mezzo d’informazione ha soldi e gente per andare in strada a verificare le notizie della Protezione civile e rettificarle in modo aggressivo e professionale, ben venga: potrebbe pur sempre smentire i bollettini ufficiali subito dopo averli ospitati. Ma scommettiamo che non riuscirebbe a farlo nessuno?