Era solo questione di tempo. Come per tutte le novità del Codice della strada, gli avvocati si sono messi al lavoro anche sul decreto Bianchi per trovare scappatoie. Non li biasimo: è il loro mestiere (così come quello del Parlamento dovrebbe essere la scrittura di norme a prova di avvocato…) e, d’altra parte, sono stato io per primo a passare agosto alla ricerca dei tanti punti deboli del decreto (ve ne ho sempre riferito, sul Sole-24 Ore e su questo blog). Ma stavolta si rischia il collasso totale dei controlli di velocità: potrebbero arrivare tanti ricorsi per il fatto che tutti i misuratori (escluso il Tutor) sono in grado di rilevare sola la velocità istantanea e non anche quella media su un determinato tratto. Sembra un’assurda burla, ma in effetti il decreto Bianchi potrebbe essere letto anche così. O, meglio, così lo ha letto Emilio Ponticiello, l’avvocato romano tanto specializzato in ricorsi per infrazioni stradali che ci ha scritto su anche due libri. Quest’interpretazione l’ho trovata nel secondo, “Io non pago”, che è appena uscito (ve ne ho parlato circa un mese fa, nella sezione “Furbate”).
In pratica, il decreto ha inserito nell’articolo 142 del Codice della strada una frase che nelle intenzioni doveva servire a dare copertura giuridica inattaccabile al Tutor: questo nuovo apparecchio è in grado di rilevare non solo la velocità istantanea ma anche la media e per questo qualcuno poteva fare ricorso perché i misuratori – secondo l’articolo 345 del Regolamento di esecuzione del Codice – devono essere in grado di fissare la velocità “in un dato momento in modo chiaro ed accertabile”. Un concetto che sembra comprendere la sola velocità istantanea e non anche quella media. Così nel decreto è stato aggiunto un riferimento alla media, ma lo si è fatto nel posto che poteva ingenerare equivoci: l’articolo 142, comma 6 del Codice. Così ora quest’ultima norma può essere interpretata come se per ottenere l’omologazione un rilevatore di velocità deve essere in grado di misurare sia l’istantanea sia la media, il che è possibile solo col Tutor (presente in poche decine di esemplari solo su alcune autostrade e su un viale di Torino) e non con le altre migliaia di apparecchiature omologate prima del decreto Bianchi in dotazione alle forze dell’ordine.
Lo stesso Ponticiello mette le mani avanti: di solito è tanto sicuro di sé che nel suo libro attribuisce a ogni motivo di ricorso un numero di stelle proporzionale alla probabilità che venga accolto (per quella che è la mia esperienza, invece, non si può mai essere così sicuri e comunque su alcuni punti del libro non si danno informazioni esatte), ma nel caso del decreto Bianchi aggiunge una nota con cui specifica che è una novità e quindi manca la “sperimentazione sul campo”. In ogni caso, già il fatto che teoricamente la norma possa essere interpretata in modo così radicale creerà quasi certamente problemi. Staremo a vedere come finirà