Il cartello delle autoscuole e il potere dei clienti

Con la consueta diligenza, i giornali di oggi riportano la notizia diffusa ieri da Altroconsumo sui prezzi dei corsi di guida e del noleggio di auto con doppi comandi (da anni obbligatorio per chi si presenta all’esame da privatista). In sostanza, nelle grandi città italiane i prezzi dei corsi variano di molto (tranne che a Firenze), mentre nell’affitto delle vetture le autoscuole – godendo di sostanziale monopolio – “strozzano” i privatisti. Secondo Altroconsumo, ce n’è abbastanza per l’Antitrust (che peraltro era già intervenuta, se non ricordo male, nel ’95). Tutto vero, ma il problema vero a me sembra un altro.

Infatti, è sacrosanto che ci sia un libero mercato nel quale il consumatore – sia pure a prezzo di peregrinazioni tra un operatore e l’altro – possa premiare l’offerta più conveniente. Ma non dobbiamo nemmeno dimenticarci che qui ne va della sicurezza stradale e che molti comportamenti sbagliati dei guidatori italiani nascono proprio durante la preparazione agli esami per la patente. Quindi, va benissimo la concorrenza, ma occorrerebbero controlli e sistemi di valutazione seri (anche con finti allievi che “fanno la spia”) per espellere dal mercato chi insegna male o superficialmente. Altrimenti questi ultimi saranno sempre in grado di offrire i prezzi più bassi, la gente continuerà a scegliere loro e i loro colleghi più seri dovranno abbassare il loro livello, per reggere la concorrenza sul prezzo.
Oltretutto, in queste condizioni, nemmeno l’operatore più intraprendente deciderà mai di fare quegli investimenti davvero qualificanti, come per esempio consorziarsi con altri colleghi per attrezzare un piazzale privato in cui insegnare agli allievi le manovre di emergenza: se la gente sceglie solo per il prezzo basso e non si rende conto del valore di lezioni di guida fatte davvero bene, chi volete che s’iscriva all’autoscuola di un operatore del genere? Ovviamente chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese fa bene a scegliere in base al prezzo, ma in Italia c’è anche chi i soldi ce li ha ma li usa in altro modo.
Insomma, continuiamo a navigare nella mediocrità e facciamoci del male. In senso letterale, sotto forma di morti e feriti per strada.