Non ci potevo credere. Quando ho visto le ultime statistiche sul Tutor (ne parliamo oggi sul Sole-24 Ore del Lunedì e qui in rete su
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2007/10/caprino-tutor.shtml?uuid=103e448c-8488-11dc-87a8-00000e25108c&DocRulesView=Libero&area=box02
), non staccavo gli occhi dal foglio che dava conto dei ricorsi contro le multe comminate sulla base dei rilevamenti di questo sistema, che calcola anche la velocità media: su 132.186 verbali, ne sono stati impugnati appena 1.523. Cioè appena lo 0,011%. Non sono note le statistiche generali, ma di certo in un Paese di cavilli e avvocati come l’Italia la percentuale dei ricorsi è molto più alta.
Ma la cosa più incredibile è che, fino al 3 agosto, c’era anche un valido motivo per provare a farsi annullare la multa.
Infatti, solo dal 4 agosto è stata chiusa una falla normativa che avrebbe rischiato di far naufragare il sistema: il decreto Bianchi (sì, proprio quello che tante volte ho criticato per altri aspetti) ha introdotto esplicitamente anche la possibilità di fare accertamenti sulla velocità media, mentre prima il requisito fondamentale che i misuratori dovevano rispettare per poter essere omologati era il dover “fisssare la velocità IN UN DATO MOMENTO in modo chiaro ed accertabile” (articolo 345 del Regolamento di esecuzione del Codice della strada).
Questa frase poteva essere interpretata in modo strumentale in un ricorso e qualche giudice di pace avrebbe anche potuto essere d’accordo. E’ stato anche per questo (oltre che per questioni prettamente tecniche) che ci sono voluti anni per ottenere dal ministero delle Infrastrutture dell’epoca (fine 2004) l’omologazione e che poi – di rinvio in rinvio – passò ancora un altro anno prima del debutto ufficiale del Tutor. Si studiò quale potesse essere la formulazione dei verbali che potesse essere mano attaccabile da parte degli avvocati. Ma fino al 3 agosto il rischio di annullamento c’era sempre. Per questo, continuo a non spiegarmi quel misero 0,011% di ricorsi.