E’ in corso da due settimane l’edizione 2007 del Campionato italiano guida sicura, riservato ai ragazzi tra i 18 e i 25 anni: si comincia con una serie di lezioni nelle scuole (con istruttori d’eccezione come Andrea De Adamich e simulatori di guida per far vivere direttamente le sensazioni e gli scuotimenti che si provano nelle situazioni di pericolo), si prosegue con questionari che si possono compilare sul sito www.cgs2007.it e si finisce a marzo, quando i migliori 10 nelle selezioni web per ognuna delle categorie in gara (ragazzi, ragazze e neopatentati con meno di tre anni di guida) potranno sfidarsi sulla pista di Varano de’ Melegari (Parma) in esercizi di guida sicura. in pratica, situazioni di emergenza simulate “dal vero”, in cui occorre dimostrare di saper padroneggiare il veicolo.
L’obiettivo è far divertire i partecipanti, far loro provare lo spavento che provocano eventi rari e imprevisti come le sbandate e fare in modo che queste esperienze arrivino anche agli amici per trasmettere messaggi positivi.
Tutto bello? Certamente il Campionato è un ottimo modo per evitare gli errori di guida più comuni, a partire dalla posizione di gambe e braccia (si dovrebbe imparare già a scuola guida, ma lasciamo stare). Però, come ho già scritto un mese fa in un post di questa sezione, gli esercizi di guida sicura hanno un limite: spesso insegnano la prudenza solo attraverso lo spavento delle sbandate e delle frenate di emergenza, senza far riflettere sulla differenza enorme che c’è tra la strada e la pista. In sostanza, spesso si viene spinti a toccare i limiti fisici di aderenza senza considerare che in pista la visibilità e l’asfalto sono perfetti, mentre su strada no e per questo occorre riservarsi un ulteriore, congruo margine. Infine, banalmente, la pista è più larga anche di un’autostrada e questo attenua di molto la sensazione di velocità: spesso anche a 200 all’ora sembra quasi di passeggiare.