Ci risiamo. Il Senato ha reinserito le modifiche tecniche ed estetiche ai veicoli (il cosiddetto tuning) nel disegno di legge sulle liberalizzazioni (la “lenzuolata Bersani”), dopo che ne erano state eliminate dalla Camera per trasferirle nell’ambito della riforma del Codice della strada (il pacchetto Bianchi, disegno di legge che sta per essere approvato dal Parlamento). In effetti, di una liberalizzazione si tratterebbe: non occorrerebbe più chiedere il nulla osta al costruttore. Ma l’inserimento nell’ambito del pacchetto Bianchi avrebbe forse consentito di trovare una formulazione che garantisca meglio la sicurezza rispetto alla proposta originaria, che ho pesantemente criticato tra primavera ed estate, facendovi molto discutere. Invece ora gli emendamenti proposti dai senatori Scarabosio, Casoli, Stanca, D’Amico, Bordon, Giaretta, Galardi, Pecoraro Scanio, Pinzger, Maninetti, Ruggeri, Paravia, Bornacin, Divella e Stefani tornano al “liberi tutti”: le modifiche verrebbero certificate da non meglio specificati enti che potrebbero operare in base a una semplice dichiarazione di inizio attività. Senza nemmeno una norma che fissi i requisiti che tali enti devono rispettare. Dunque, nel caso in cui la Motorizzazione si svegli per effettuare un controllo su questi enti, non saprebbe nemmeno che cosa verificare.
Stando così le cose, sembrerebbe un colpo di lobby in piena regola, come quelli che quotidianamente si vedono in Parlamento su ogni materia. Dunque, nulla di particolarmente scandaloso, se non altro perché ormai ci siamo abituati e perché di per sé le lobby sono assolutamente legittime. Ma, oltre ai problemi di sicurezza, s’intravvede una questione poco piacevole: la ragione principale con la quale i senatori hanno motivato la “resurrezione” del tuning nell’ambito della lenzuolata è stata l’esigenza di liberalizzare il mercato dei ricambi. Questo è un colossale equivoco il mercato dei ricambi è già libero perlomeno da cinque anni, cioè da quando è stata approvata la cosiddetta “direttiva Monti”, cioè il regolamento europeo 1400/2002 che ha rivoluzionato il mondo delle concessionarie e delle officine. E che proprio per questo è ancora oggetto di accese discussioni tra gli addetti ai lavori. Ma i senatori, a quanto pare, non lo sanno…