I neopatentati si salveranno dalla maxi-stretta sulla potenza delle auto che potranno guidare. La commissione Lavori pubblici del Senato ha riportato a 60 kiloWatt per tonnellata il limite massimo del rapporto potenza/massa consentito nei primi tre anni di guida. Il decreto Bianchi aveva previsto un abbassamento a 50 kW/t, che avrebbe lasciato ai neopatentati la possibilità di guidare solo poche utilitarie (escludendo persino le Fiat 600 e 500), alcune grosse monovolume e qualche furgonetta (si veda “Il Sole-24 Ore del Lunedì” del 13 agosto).
Attualmente, non c’è alcun limite di potenza: la restrizione a 60 kW/t era stata introdotta nel pacchetto Bianchi, il disegno di legge sulla sicurezza stradale che è ancora in discussione in Senato. A inizio agosto il decreto Bianchi ha ulteriormente ristretto, a 50 kW/t, ma avrebbe avuto effetto solo per le patenti conseguite dal 1° febbraio 2008. Ora che è ripresa la discussione sul pacchetto Bianchi, si è deciso di ripristinare il più ragionevole limite di 60 kW/t. E speriamo che la storia si chiuda qui, anche se in generale l’efficacia di misure di questo tipo resta tutta da dimostrare.
Perché non sono misure facili da far rispettare e danno in mano ai giovani auto che spesso non sono il massimo della sicurezza in caso d’incidente e non garantiscono sorpassi rapidi (cosa che spesso non dissuade affatto i ragazzi dal tentare lo stesso la manovra, anzi li spinge a non rispettare nemmeno le distanze di sicurezza, con l’illusione di supplire con l’aggressività di guida alle carenze del motore). Inoltre, anche le auto meno potenti possono comunque raggiungere velocità che in rapporto a certe strade sono paragonabili ai 200 all’ora in autostrada.