Nel post precedente, Ezio Bassani fa notare che i drogati possono sottrarsi alle sanzioni previste per guida sotto l’effetto di stupefacenti: spesso l’accertamento avviene con gli esami del sangue, che però dimostrano solo la presenza di droga nell’organismo e non anche l’influenza che essa ha sulla guida. Infatti, gli effetti degli stupefacenti durano meno rispetto alla permanenza nel sangue delle sostanze proibite. Quindi, durante il processo si può sempre argomentare che ci si era drogati qualche giorno prima di mettersi alla guida e quindi si stava viaggiando in buone condizioni psico-fisiche. Un altro motivo per ritenere che il giro di vite introdotto dal decreto Bianchi sia per molti aspetti solo virtuale.
Va però aggiunto che non sempre è possibile cavarsela: a volte le analisi del sangue sono precedute da un test non invasivo su strada, che sembra dia la possibilità di distinguere tra gli effetti della droga e la sua semplice presenza nell’organismo. Almano così dichiarano i venditori del Cozart Rapiscan, il sistema più utilizzato per effettuare questi test mediante prelievi di campioni di saliva. Il vero problema è che, dati i costi (si veda il post del 16 agosto sul Ferragosto del ministro Amato), i Cozart presenti in Italia sono ancora pochi. E anche quelli che ci sono spesso vengono fermati per l’esaurimento dei costosi kit di prelievo usa e getta.