Il mondo è bello perché è vario. E meno male: in questi giorni, la varietà sta servendo a neutralizzare uno dei non pochi effetti paradossali del decreto Bianchi, entrato in vigore a inizio mese per inasprire il Codice della strada e rivelatosi invece più favorevole ai trasgressori sotto non pochi aspetti (l’ho spiegato nelle due settimane passate su questo blog e sul Sole-24 Ore). La varietà di cui parlo è nel comportamento delle pattuglie che effettuano i controlli di velocità: il decreto impone che siano visibili e rimanda a una direttiva ministeriale, in attesa della quale una circolare del ministero dell’Interno prescrive di piazzare un’auto di servizio 400 metri prima dei misuratori portatili montati a bordo strada per presegnalarli (per le postazioni fisse permamenti bastano i cartelli preesistenti).
Bene, stamattina alle 11 a Milano c’era un’auto-civetta della Polizia locale appostata con Autovelox senza alcuna segnalazione; tre ore prima, 950 chilometri più a Sud, la Polizia municipale di Palagiano (Taranto) vigilava sul limite dei 70 sul raccordo (battutissimo dai vacanzieri) che collega l’autostrada Adriatica con la statale Jonica con un’auto sì “in divisa”, ma non presegnalata e poco visibile (d’altra parte, la strada è stretta e ci si deve piazzare per forza fuori dalla carreggiata).
Ho poi notizia che alcuni comandanti, anche della Polizia stradale, stanno interpretando la circolare ministeriale come semplice invito a piazzare i misuratori mobili vicino ai cartelli già esistenti che indicano generici controlli di velocità. Un’interpretazione che salva la serietà dei controlli (le modalità indicate dalla circolare hanno il sapore della burletta e questo non è bene per l’immagine già compromessa del nostro apparato di vigilanza), ma sembra non in linea con quanto indicato dal ministero.
A questo punto, la domanda dei multati nasce spontanea: è possibile fare ricorso? La risposta è semplice: nel caos normativo ormai cronico – che il decreto bianchi contribuisce ad aumentare – tutto è sempre più nelle mani dei giudici di pace. Ci sarà quello pro e quello contro. Insomma, chi vuol giocare alla roulette, si accomodi in cancelleria.