Tra gli incidenti del weekend, quello che ha colpito di più (per numero di morti) è accaduto sull’Autosole presso Roma: un gruppo di rumeni ha trovato la morte per l’uscita di strada di un pullmino. Non ho sufficienti elementi per commentare l’incidente, ma l’impressione è che se al volante di quel pullmino ci fosse stato un italiano non sarebbe cambiato nulla. E invece questa tragedia contribuirà ad aumentare le preoccupazioni sugli stranieri che guidano, perché alzerà ulteriormente statistiche già in crescita.
Infatti, proprio nella riunione della Consulta di Autostrade per l’Italia sulla sicurezza tenutasi a fine maggio, il principale gestore autostradale del Paese ha portato con “notevole preoccupazione” (parole testuali della relazione tenuta davanti alla Consulta) cifre che dimostrano che nei primi quattro mesi di quest’anno il 27% dei deceduti sulla propria rete è di nazionalità straniera e oltre il 25% dei decessi è stato causato in incidenti che hanno visto coinvolto un conducente straniero. Due anni ha queste percentuali erano rispettivamente di appena il 15 e il 12%.
La preoccupazione è legittima: come ho spiegato nel post del 30 aprile (sezione “Strade e segnaletica”), le autostrade sono proprio il terreno più ostico per gli extracomunitari che vengono da Paesi dove esistono poche strade a carreggiate separate. Inoltre, gli autisti stranieri vengono spesso reclutati da imprese italiane perché di fatto possono commettere le peggiori infrazioni cavandosela con la sola multa (la patente gliela ritirano, ma possono rifarne velocemente un’altra in patria, si veda il post del 30 maggio nella sezione “Furbate”).
Ma non dobbiamo cadere nella xenofobia: incidenti come quello di ieri probabilmente sarebbero capitati anche a italiani. Dobbiamo solo fare in modo da rendere più seri gli esami per la patente (che non sono seri nemmeno per noi italiani) e spingere affinché in sede europea ci sia presto una banca dati unica sulle patenti, che impedisca i trucchetti per aggirare i ritiri della licenza di guida.