Com’era prevedibile, il tuning ha rifatto capolino in Parlamento. Dopo essere stato cacciato dalla finestra (il disegno di legge Bersani sulle liberalizzazioni), è stato per ora fatto entrare dalla porta (il Pacchetto Bianchi di modifiche al Codice della strada, approvato dalla Camera e ora in attesa dell’esame al Senato). Avevo bocciato senza appello il primo tuning (quello “secondo Bersani”), perché di fatto avrebbe consentito di andare in giro con auto truccate ed elaborate senza tenere conto di alcun parametro di sicurezza: chiunque avrebbe potuto improvvisarsi certificatore delle modifiche meccaniche, estetiche ed elettroniche. Ora nel testo riformulato nell’ambito del Pacchetto Bianchi sembra sia previsto qualche controllo in più. Occorrerà vedere che cosa accadrà in Senato e non bisogna dimenticare che in Italia l’ente più importante addetto ai controlli (la Motorizzazione) funziona male (avete presente come si fanno le revisioni nel nostro Paese?). Però in linea di principio il tuning “secondo Bianchi” sembra molto più accettabile di quello “secondo Bersani”.
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