In città ci vogliono leggi eccezionali. Altro che patente a punti

Domani sarà il giorno dei premi per i guidatori “disciplinati”: oggi sono quattro anni dall’entrata in vigore della patente a punti e quindi domani sarà maturato un altro biennio al termine del quale chi nel frattempo non ha subìto decurtazioni acquista due punti supplementari. Dunque, la maggioranza degli italiani domani si ritroverà con 24 punti sulla patente invece dei 20 iniziali. Vuol dire che ormai si guida più responsabilmente? No: semplicemente che i multati sono ancora troppo pochi in rapporto ai trasgressori. E quindi significa che la patente a punti non funziona: l’ho già spiegato nel post del 22 maggio (si veda la sezione “Furbate”) e ora lo confermo, dopo una piccola prova pratica che ho fatto l’altro giorno.

Ho provato ad appostarmi per una ventina di minuti a un incrocio di Bari. Ampio e trafficato, ma non certo il più critico della città. Non sono riuscito a fare un conto preciso, tante erano le infrazioni che ho visto. Credo comunque non fossero meno di cento al minuto: spesso uno senza cintura passava e un altro senza cintura lo sorpassava a destra senza freccia, tenendo in mano il cellulare e occupando una corsia che non avrebbe dovuto occupare. Ho anche visto tre motorini (in venti minuti) superare la fila andando contromano oltre il piccolo spartitraffico che in teoria dovrebbe evitare i contromano all’incrocio. E via trasgredendo.

Cento infrazioni al minuto significano che, se io fossi stato un vigile urbano e se fossi stato tanto bravo e fortunato da scrivere un verbale e congedare il relativo trasgressore in soli cinque minuti, avrei punito un’infrazione e me ne sarebbero scappate altre 499. Tutto questo per dirvi che per far funzionare la patente a punti (nata per colpire tutte le infrazioni, perché la sicurezza si ha solo col rispetto di tutte le regole) non bastano autovelox, fotored, etilometri e sorpassometri: in città la maggior parte delle infrazioni riguarda norme di comportamento che di fatto oggi il Codice della strada impone di contestare immediatamente al trasgressore (altrimenti questi ha buone possibilità di vincere un ricorso).

A questo punto, le soluzioni immaginabili sembrano solo due:

  1. organizzare maxi-posti di blocco con venti vigili urbani per ciascuno, in modo da poter fermare tutti;
  2. cambiare il Codice della strada ammettendo –magari solo in via eccezionalee transitoria per un paio d’anni- controlli con telecamere (e quindi senza il fermo immediato) anche sulle infrazioni che oggi possono essere rilevate solo a vista.

Spiace dirlo, ma l’ipotesi più praticabile (o meno impraticabile) appare la seconda,cioè la più “liberticida”: la prima richiederebbe che i vigili (anche nel caso in cui tutti lavorassero come forsennati) fossero almeno il doppio rispetto a oggi e questo i Comuni non se lo possono permettere.

  • Roberto S. |

    inutile fare leggi se poi nessuno le fa applicare o, peggio, se nella stessa legge c’è la scappatoia per i furbi (mi riferisco al fatto che basta pagare di più per non farsi togliere i punti in caso di velocità eccessiva senza contestazione immediata). in questo caso il bonus di 2 punti è un incentivo a continuare con la condotta attuale a tutti quelli che per negligenza (non so come altro definirla) non sono stati sanzionati

  • Henry |

    Mi spiace, ma non sono d’accordo.
    Basterebbe un po’ di polso fermo, anche con i mezzi che in atto ci sono.
    L’utente si avvede subito se si sta facendo sul serio, e si adegua.

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