Credete che in Svizzera si vada piano? Leggete qui

“Sulle strade si corre ancora troppo”. Sembra una banalità e invece è una notizia importante. Perché è una frase riferita non solo all’Italia, ma a tutta Europa: anche a Paesi dove noi italiani diciamo che si va notoriamente piano. Come la vicina Svizzera, dove noi italiani modifichiamo radicalmente il nostro stile di guida appena passata la frontiera. Lo facciamo da sempre, eppure oggi un rapporto dice che solo di recente in Svizzera si è cominciato a correre di meno. Discorso analogo per la Francia.
Il rapporto in cui è contenuto tutto questo viene presentato oggi a Bruxelles dall’Etsc (www.etsc.be), importante organismo europeo di studio che fa da supporto ai Governi di tutta la Ue in materia di sicurezza dei trasporti. La velocità è solo uno dei capitoli del rapporto (ce n’è un altro importante sull’alcol). Ma credo sia quello che farà più discutere: se vi si scrive che persino svizzeri e francesi corrono troppo…

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  • alexmrg |

    Non sembra del tutto corretto il rapporto ETSC: proviamo a fare alcune riflessioni.
    Che la velocità aumenti il livello di danno è scontato: che sia la “causa” primaria dell’incidentalità è tutt’altro discorso. La tab. 1 alla pag. 44 del rapporto è significativa. Al tema velocità si riconosce che “little is known about the accuracy and representativeness of the data”: vale a dire che le Amministrazioni non hanno di fatto reale conoscenza dell’impatto della velocità su dinamiche di circolazione e incidentalità e ciò non ostante prendono misure per il contrasto. Non solo, ma nella stessa tabella, alla voce “potenziale” si riesce a dare una stima per un solo caso specifico il cui differenziale è solo il 25% (confrontatelo con il 30-40% generalizzato, relativo alla guida sotto l’effetto dell’alcool). Ma c’è di più: se osservate la fig. 17 alla pag. 35 potrete vedere che praticamente la totalità dei conducenti resta al di sotto dei 150 Km/h (proposto a suo tempo in Italia) vale a dire un eccesso di velocità al più di 20 Km/h che non è certo di intensità tale da farlo ritenere determinante.
    Ma la maggiore incongruenza è relativa al fatto che il rapporto riporta solo valori assoluti, evidentemente fuorviante. Se rapportata correttamente ai chilometri percorsi, si scopre ad es. per Italia (poca disciplina e pochi controlli) un valore di 69 eventi per 10e9 passeggeri-chilometro e per la Francia (tanta disciplina e tanti severissimi controlli “automatici”) 71 sempre per 10e9, dunque addirittura maggiore! e la Germania, con velocità libera sulle autostrade è a quota 60, ancora minore dell’Italia! (cfr. tab. 3.7.2 di “Energy and transport in figures 2006” – European Commission – Directorate-General for Energy and transport + Eurostat). E ciò a parità di tasso medio di occupazione dei veicoli (il confronto è con Paesi omogenei per non falsare la statistica).
    Ora, alla base di tutto, bisogna capire bene l’ambito di validità delle statistiche stradali. L’incidentalità è un evento aleatorio a ricorrenza rara nel tempo: ciò equivale a stabilire che la statistica degli incidenti è una base campionaria insufficiente per potersi estrapolare all’insieme della popolazione dei conducenti e che non è nemmeno garantita la costanza delle condizioni al contorno che permettono il calcolo di medie non distorte.
    Come già più volte osservato, la conclusione non può che essere una sola: le Amministrazioni fanno un uso strumentale delle statistiche che poco ha a che vedere con la vera sicurezza stradale.
    [risponde Maurizio Caprino] Che le statistiche siano poco affidabili questo è verissimo, tanto che lo stesso rapporto Etsc alla fine raccomanda agli Stati Ue di implementare un sistema migliore di monitoraggio. Ancora più vero è che questa raccomandazione probabilmente cadrà nel vuoto: di queste cose si parla da almeno vent’anni, ma non mi pare di aver visto grossi cambiamenti, anche perché oggettivamente parliamo di fenomeni difficili da monitorare. Inoltre, per quasi tutti gli incidenti mancano indagini serie sulle cause ed è noto che le forze dell’ordine attribuiscono alla generica perdita di controllo del veicolo (articolo 141 del Codice della strada, che poi nelle elaborazioni statistiche viene ricondotto alla velocità) buona parte dei tanti incidenti che non riescono a spiegarsi velocemente (si dice che "un 141 non si nega a nessuno"). Ma attenzione: la velocità incide non sono sulle caratteristiche degli urti. Per esempio, quante volte vi è capitato di vedere un viottolo subito dietro una curva cieca affrontata "alla garibaldina" e tirare un sospiro di sollievo pensando al fatto che per fortuna non è spuntato nessuno al momento del vostro passaggio? Se sulla vostra strada si fosse immesso un trattore, ci sareste finiti sotto senza nemeno avere il tempo di tentare una frenata.

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