Il Pacchetto Bianchi: un giro di vite e poi?

Sui giornali di oggi leggete i provvedimenti che il Governo, su proposta del ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, ha varato ieri mattina in materia di sicurezza stradale. Un pacchetto molto articolato, che tra le altre cose prevede sanzioni durissime per chi supera di oltre 60 chilometri orari i limiti di velocità, guida contromano o fa inversione su autostrade e strade extraurbane principali, parla al telefonino senza auricolare o vivavoce, assume droga o alcol prima di guidare eccetera. Particolarmente colpiti i giovani: per esempio, i minorenni che commettono infrazioni da sospensione della patente dovranno rifare gli esami, chi ha la patente da meno di tre anni potrà guidare solo gli autoveicoli meno potenti e, se commetterà infrazioni da sospensione della patente, resterà senza il documento per un periodo superiore di un terzo (o raddoppiato, in caso di recidiva) rispetto agli altri.
Molti inasprimenti sembrano in effetti doverosi. Al limite, bisognerà vedere se la loro formulazione creerà problemi applicativi a livello giuridico e questo lo leggerete sulle pagine del Sole-24 Ore non appena il testo ufficiale del disegno di legge sarà depositato in Parlamento. Ma qualche commento si può già fare.
Innanzitutto, si era parlato di misure urgenti e invece il Governo ha varato solo un disegno di legge, che per entrare in vigore dev’essere prima approvato in Parlamento. Una scelta responsabile: se si fosse ricorsi a un decreto legge – come è stato fatto per tutte le modifiche importanti al Codice della strada negli ultimi quattro anni – si sarebbe creata confusione, che avrebbe avuto effetti ancor più gravi qualora poi non si fosse riusciti a convertire il decreto in legge (ipotesi da non scartare, data la precarietà della maggioranza al Senato).
Un’altra scelta responsabile appare quella del limite di potenza per i neopatentati: se tutto andrà come deciso oggi dal Governo, da giugno non potranno guidare autoveicoli con rapporto potenza/tare di 60 kiloWatt per tonnellata. Un valore superiore rispetto a quello in vigore fino al 1994 (50), quando si decise di abrogare i limiti (sostituiti dal divieto di superare i 100 in autostrada) fondamentalmente per non costringere le famiglie con una sola auto ad acquistarne una apposta per il figlio neopatentato. ora il problema si pone daccapo, ma non in modo drammatico: l’innalzamento del limite dovrebbe consentire ai neopatentati anche la guida di auto medie, mentre la barriera in vigore fino al ’94 di fatto rendeva accessibili solo le utilitarie ed escludeva interi marchi dall’elenco delle auto guidabili da chiunque. Inoltre, la decorrenza del limite da giugno dà un po’ di tempo per organizzarsi a chi dovrà acqustare una vettura meno potente (anche se oggi, col boom di vendite dovuto agli incentivi, i tempi di consegna delle auto nuove si stanno allungando).Resta il problema della reale efficacia del provvedimento: anche un’auto poco potente oggi, dopo un lancio adeguato, può superare abbondantemente le velocità massime consentite in Italia. Inoltre, sembrerà paradossale, ma la mancanza di potenza può indurre alcuni a una guida ancora più aggressiva: per esempio, sapendo di non poter contare sulle doti del motore, non si rinuncia certo a un sorpasso, ma si tende a farlo in condizioni di maggior pericolo (non mantenendo la distanza di sicurezza da chi precede e prolungando il tempo di permanenza sulla corsia opposta). So che molti non la pensano come me, ma ribadisco la mia opinione.
In materia di droga e alcol viene confermata la competenza del Tribunale penale (fino al 2003 era del giudice di pace), che però in alcuni casi ha tali arretrati che si rischia di far cadere i reati in prescrizione. Inoltre, l’introduzione del fermo amministrativo e – nei casi più gravi – della confisca renderà più farraginosi i controlli, perché sarà più lungo compilare i verbali: o si schiereranno più agenti o si controlleranno meno conducenti (e già oggi chi guida in Italia, statistiche alla mano, rischia di incappare in un controllo antialcol una volta ogni 175 anni).
Nel Pacchetto non c’è l’annunciata revoca della patente per le infrazioni più gravi. Certo, sono aumentati i casi puniti con la revoca, ma attenzione: chi la subisce può anche ripresentarsi agli esami come un normale diciottenne (basta che faccia trascorrere almeno un anno).
Invece, ci sono i preannunciati provvedimenti incisivi sulla segnaletica e la messa in sicurezza delle strade più a rischio, ma appaiono estremamente vaghi (si veda il post precedente “La selva oscura della segnaletica e i rinvii del ministro”).
Infine, una considerazione generale. Il Pacchetto Bianchi è pieno di inasprimenti, spesso giustissimi. Ma di giri di vite la storia della circolazione stradale in Italia è piena e il risultato è stato solo quello di creare disparità tra i pochi che incappano nei controlli e i tanti che la fanno franca. Sarà sempre così, finché non si adegueranno gli organici delle forze dell’ordine. Si può solo sperare che ciò sia previsto in uno dei prossimi provvedimenti strutturalim cui si accenna anche nella relazione a questo disegno di legge.
Qualcuno potrà pensare che mi diverto a fare le pulci a qualsiasi provvedimento venga varato dal Governo. Non è così. So bene che la materia è talmente complicata che qualsiasi scelta, inevitabilmente, risolve un problema e ne aggrava un altro. La mia analisi ha proprio lo scopo di far capire tutto questo ai lettori.

  • stefano |

    Caro Ministro, ma perchè non vai a pescare, funghi, farfalle . . e un pò in V.

  • Matteo |

    Visto che siamo tutti d’accordo sull’evitare sempre l’alcol prima di guidare tanto quanto lo siamo riguardo al fatto che il decreto Bianchi primeggi per iniquità, sproporzione e inappellabilità delle pene, rimarrebbe giusto da chiedersi a che cosa serva ancora il Parlamento in Italia (visto che, in base alla mediatica isteria del momento, il Governo legifera in continuazione, da un giorno all’altro e sui temi più disparati).
    A Voi tutti auguro le migliori opinioni. Passo e chiudo.

    [risponde Maurizio Caprino] Beh, però il Parlamento sta proprio in questi giorni discutendo il disegno di legge Bianchi, che sostituirà il decreto alla sua decadenza. Piuttosto, il problema è che spesso la mediatica isteria entra anche in Parlamento, assieme alle pressioni delle lobby.

  • Matteo |

    Sul fatto che l’alcol vada sempre evitato prima di guidare siamo tutti d’accordo.Lo sono un po’ meno sul paragonare le pene attuali a quelle precedenti: persone (che conosco) con un tasso doppio rispetto a quello accertatomi, fino a ieri scontavano 1 mese di sospensione, DA UN GIORNO ALL’ALTRO si parla di 6 mesi-1 anno.
    Di conseguenza, sono ancora meno d’accordo sul fatto che si possa legiferare su temi con effetti di tale portata attraverso la decretazione d’urgenza, privando peraltro i cittadini di un paese democratico di strumenti di garanzia quali la "vacatio legis".
    Attenzione, non ho mai detto di non voler pagare per la mia imprudenza, ma gradirei equità di giudizio e congruità della pena.
    Infine, riguardo alla rinuncia "ai due bicchieri", posso dire che è proprio questo il tema che più mi affligge: sentirmi considerato da una normativa cieca e inappellabile alla stregua di un trasgressore abituale, un recidivo, uno che, nonostante la documentata e icontestabile correttezza di cittadino ed automobilista, non ha di che difendersi.
    Per il sottoscritto la rinuncia "ai due bicchieri" è una questione che non si pone neppure: non sono mai stato un consumatore abituale di alcolici e senza falsa ipocrisia o tema di smentita posso tranquillamente definirmi un quasi astemio.
    D’ora in avanti, a dimostrarlo, oltre al mio passato ci sarà il mio futuro; E a tal proposito, credo valga la pena dire che non sarà certo per merito di tali leggi, che continuerò a considerare inique e generaliste.

    [risponde Maurizio Caprino] Se ci limitiamo a considerare la sola lunghezza del periodo di sospensione della patente, è vero: prima quella minima era molto bassa. Sono d’accordo anche sul fatto che alla fine (a livello di conseguenze reali e non teoriche) un bevitore incallito viene penalizzato poco rispetto a una persona normale (l’episodio di ieri sera sulla Palermo-Messina che cito nel post di oggi lo dimostra). Per il resto, rimango della mia opinione.

  • Matteo |

    Il decreto Bianchi non è una disposizione normativa da paese civile, è soltanto una "legge tritacarne" che, vista la casualità dei controlli, colpevolizza (o meglio criminalizza) gli automobilisti in maniera indiscriminata. In quasi 17 anni di patente non ho mai avuto incidenti e ho preso solamente due multe per divieto di sosta; ora, per due bicchieri in compagnia di colleghi di lavoro mi vedo privare della patente per 6 mesi (con un danno incalcolabile per la mia vita professionale e privata in generale) a seguito di un controllo a campione (senza la contestazione di una condotta di guida pericolosa ne tantomeno di un incidente)effetuato da militari, a dir poco zelanti, a bordo del mio scooter 125 (naturalmente confiscato).
    Nessuna attenuante del caso, nessun valore al proprio status di automobilista modello (24 punti in patente), nessun sconto (con ciò non che non fossi disposto a pagare per il mio errore), niente che premi la mancata recidiva. Che si continui pure in questo modo: facciamo caccia alle streghe, facciamo che a decidere delle nostre leggi "democratiche" sia la televisione degli ipocriti, non affrontiamo i problemi delicati in maniera organica e lasciamo che a decidere della nostra vita quotidiana siano leggi inique. Mi unisco al commento finale di Marco: scandaloso!!!

    [risponde Maurizio Caprino] Anch’io ho criticato pesantemente il decreto Bianchi, ma in questo caso devo dire che non c’entra nulla e che comunque l’alcol va sempre evitato prima di guidare. Infatti, le sanzioni sono sempre state piuttosto pesanti, solo che con la scarsità dei controlli ci si era dimenticati che esistessero. Inoltre, l’alcol rallenta sempre i riflessi, anche quando si appare sobri. Capisco che rinunciare a due bicchieri è un sacrificio, ma guidare coi i riflessi appannati anche di poco può costare un incidente. Insomma, non si dovrebbe bere nemmeno se non ci fossero sanzioni, perché la vera sanzione è l’incidente.

  • ANDREA |

    MI SEMBRA UNA BELLA IDIOZIA! PERCHE’ CI SONO ANCHE TANTI GIOVANI CON LA TESTA SULLE SPALLE… E NON SI PUO’ PENALIZZARE ANCHE LORO!, SIANO FATTI PIU’ CONTROLLI DA PARTE DELLE ISTITUZIONI DI POLIZIA.

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