Se bastasse un solo errore, saremmo tutti morti

Tra i tg di ieri e i giornali di oggi, ordinaria amministrazione: si dava notizia degli incidenti stradali del sabato sera, con più spazio rispetto alla media perché in queste settimane l’argomento è tornato “di moda”. Unico spunto: la tragica carambola sull’autostrada Milano-Laghi, dove un urto apparentemente non grave contro il guard-rail ha causato una serie di tamponamenti tra chi sopraggiungeva (tra cui un guidatore che pare superasse abbondantemente il tasso alcolemico massimo ammesso dal Codice della strada). Alcuni servizi di cronaca hanno correttamente spiegato che la tragedia è stata dovuta a una concatenazione di eventi.

Tenete comunque conto che è così quasi sempre: spesso non basta una sola causa a provocare un sinistro, solo che non se na parla mai perché è difficile fare indagini adeguate e alcune cause sono impossibili da trovare (pensate a un errore di guida di chi non vede bene ed è stato giudicato idoneo da un medico che loha visitato superficialmente –a proposito: a me hanno rinnovato la patente nell’ottobre scorso in un paio di minuti, forse meno).  Tutto sommato, comunque, è consolante: sa bastasse un solo errore per causare un incidente, saremmo tutti morti da un bel pezzo!

  • Renato Scialpi |

    SACROSANTO: infatti nei paesi seri (Germania o Svizzera) gli autisti professionali di camion, bus, taxi fanno un istituto tecnico ad hoc. Ma in Italia nasciamo tutti patentati (a 14 anni motorino impennato e poi allegria!) e poi rischiamo la pelle sul taxi.
    Esperienza personale: tassista che ha bruciato un rosso a 70 all’ora a San Donato Milanese semplicemente perché non si era accorto che c’era il semaforo. Sono vivo per caso e professionalità dell’autista di un Volvo FH12 con targa inglese che ha miracolosamente intuito l’errore del tassista ed è riuscito a evitare l’incidente.

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