Siamo tutti un po’ Schumacher. E un po’ poliziotti

Siete tra quelli che non vorrebbero limiti di velocità, come in Germania? O tra quelli che farebbero andare tutti a 30 all’ora? Più probabilmente, siete semplicemente italiani: pronti a criticare le infrazioni altrui e a minimizzare le proprie. Non per cattiveria verso gli altri o indulgenza verso se stessi: il problema è che in Italia della sicurezza stradale si parla tanto, ma s’insegna poco.

Se ne parla al bar, dove ognuno ha la sua ricetta, come per la Nazionale di calcio. Se ne parla nelle scuole, spesso facendo addormentare i ragazzi. E se ne parla nei convegni, spesso perché ci sono enti e persone che in qualche modo devono giustificare il loro lavoro o ministri spinti dai propri uffici stampa a dire qualcosa che frutti un titolo sui quotidiani dell’indomani. Tanto poi dopodomani è un altro giorno. Invece, bisogna parlarne analizzando seriamente quel che accade giorno per giorno.

Solo in questo modo vengono fuori i veri problemi. Me ne sono accorto in 12 anni che faccio questo mestiere. Vedendo quel che accade sulle strade, parlando con addetti ai lavori e semplici cittadini. E rispondendo ai lettori che hanno la pazienza di seguirmi o che, più semplicemente, mi contattano per risolvere un loro problema. Con questo blog il dialogo continua…

  • CB |

    Ma le norme ci sono per la sicurezza dei cittadini o per far fare cassa ai Comuni ed allo Stato visto quanto incide l’incasso delle multe sui bilanci degli enti locali?
    Fare sicurezza vuol dire partire dall’insegnare educazione stradale nelle scuole, vuol dire fare dei corsi seri di guida per il conseguimento della patente e invece tanta teoria e pochissima pratica, vuol dire avere delle strade sicure e non sconnesse con buchi e quant’altro, vuol dire fare manutenzione al veicolo, ma per lo stato tutto si riduce ai limiti di velocità e ad avere l’occasione di poter fare multe e incassare denaro.
    Ma quanti soldi incassa lo stato dagli automobilisti fra tasse, bolli, carburanti e multe? e quanti di questi soldi ritornano per migliorare la viabilità?
    Quanti limiti assurdi troviamo sia su superstrade che su autostrade e prontamente c’è l’autovelox di turno; ma invece sono del tutto impuniti chi guida e contemporaneamente è con il cellulare in mano, chi si piazza sulla corsia di mezzo e riduce le tre corsie a due, chi fa inversioni o passa con il semaforo e i vigili si girano dall’altra parte mentre per il divieto di sosta sono implacabili !

  • Roberto D-Urso |

    In genere quando si parla dei problemi della circolazione stradale e dei numerosi incidenti spesso mortali di cui sono piene le pagine dei giornali di ogni lunedì, quasi tutti se la prendono solo con il modo italiano di guidare (vedi anche l’articolo di Chiaberge sul Sole di oggi), ma raramente, per non dire mai, viene affrontato l’argomento dell’etica comportamentale di chi è preposto a vigilare, controllare, sanzionare, reprimere.
    Voglio citare ad esempio alcune mie esperienze personali all’estero.
    1. Texas, alcuni anni fa – Nel prendere una macchina in affitto mi venne detto come comportarmi nel caso fossi stato fermato dalla polizia: non uscire dall’auto, tenere le mani ferme sul volante bene in vista, non discutere con il poliziotto. "Qui fanno sul serio", mi è stato detto.
    2. Texas, alcuni anni fa – Ero fermo ai bordi della carreggiata, in autostrada, e consultavo una cartina geografica per tornare al mio albergo. È arrivato un poliziotto, mi ha chiesto cosa stessi cercando e mi ha scortato fino all’albergo.
    3. Svizzera-Italia, lo scorso anno – Lavoro per la filiale italiana di una multinazionale svizzera e un mio collega svizzero, dovendo venire a Milano, ha preferito non usare l’auto aziendale, una berlina, ma la sua personale, una Porsche, per poterla "tirare" perché in Svizzera "fanno sul serio" mentre in Italia non succede niente.
    4. Svizzera, un anno fa – Un mio collega italiano, che si reca in Svizzera con la sua auto non più di una volta o due all’anno, ha preso una multa per eccesso di velocità.
    5. Svizzera, ultimi sei anni – Mi è gia capitato due volte in sei anni che in autostrada la polizia restringesse la careggiata a una sola corsia e facendo quindi sfilare le auto in fila indiana facessero la multa a coloro che, su segnalazione di una pattuglia posta circa un chilometro prima, avessero superato i limiti di velocità.
    Per quanto riguarda l’estero credo possa bastare così, anche se avrei molti altri esempi da fare.
    Per l’Italia voglio citare solo un episodio:
    Milano, dicembre 2004 – Avevo assistito nella settimana prima di Natale, a uno spettacolo al teatro Smeraldo. All’uscita, circa alle 22:30, ho visto arrivare due auto da cui scesero 8 "vigili". Questi si sparpagliarono sulla strada da un lato e dall’altro e iniziarono a mettere multe a tutte le auto in divieto di sosta. Alle 22:30 di sera, vicino al teatro Smeraldo, con i ristoranti pieni, a una settimana dal Natale. Quello era un modo per regolare il traffico o per raggranellare soldi? Quando mai di giorno di vedono otto vigili tutti in una strada?

    Le conclusioni cui mi porta la mia esperienza sono in sintesi:

    a. È sbagliato dire che gli Italiani sono indisciplinati al volante. È più corretto dire che in Italia si è indisciplinati, perché qui si può, mentre altrove "fanno sul serio". Questo vuol dire che gli Italiani in Svizzera rispettano i limiti di velocità e gli Svizzeri in Italia "tirano" le Porsche perché da noi non succede niente. Una grossa parte di responsabilità è quindi di chi è preposto a fare sul serio e non lo fa. È un fatto che il mio collega ha preso la multa in Svizzera e non in Italia, e che il mio collega svizzero ha "tirato" impunemente la sua Porsche in Italia, non in Svizzera.
    b. All’estero i poliziotti sono dei duri e mettono paura, ma ti accompagnano fino in albergo se ti vedono in difficoltà. Se sei dalla parte della legge non li temi, ma se hai bisogno sai che ci sono.
    c. All’estero i poliziotti ci sono, anche quando non li vedi e spuntano fuori al momento giusto. In Italia si può guidare per anni in autostrada o in tangenziale senza che si venga mai in contatto con un poliziotto. Se si va in Svizzera anche solo qualche volta, occasionalmente, si hanno forti probabilità di incappare in un controllo stradale.
    Ci si meraviglia che i giovani il sabato sera, come i loro padri, pensano che in Italia si possa guidare come si vuole? Perché quando dei giovani si schiantano nella notte con le loro auto, oltre a commentare la loro imbecillità e la faciloneria con cui i loro padri gli hanno dato l’auto grande per la serata con gli amici, non cerchiamo insieme di capire quanti chilometri hanno potuto fare senza incontrare una pattuglia di poliziotti?

  • ADRIANO |

    Secondo me un controllo maggiore da parte delle forze dell’ordine aiuterebbe a prevenire comportamenti criminali.Poi colpire chi effettivamente compie infrazioni tipo viaqggiare a 130 o piu’ dove c’è il limite dei 50 e tollerare chi invece nello stesso tratto viaggia ai 70.Infine ma probabilmente irrealizzabile ogni 10-15 anni un breve corso per tutti i patentati per rinfrescare certe norme del codice ,tipo tenere la destra, precedenze nelle rotatorie ecc.ecc.

  • berveglierim |

    Alessandro dice: ci sono "alberi sul ciglio delle strade"…Gli alberi non sono un problema. Il problema sono coloro che stanno alla guida di un veicolo SULLE STRADE in modo incosciente o criminale.Non è necessario togliere gli alberi dai cigli delle strade per evitare gli incidenti, al contrario è indispensabile togliere DALLE STRADE incoscienti e criminali.

  • Gianni |

    Non è un problema di nuove norme, ma di far applicare quelle che già ci sono.
    Occorre che il personale di polizia sia più presente e più cosciente nel proprio lavoro.
    Il cambiamento di mentalità deve cominciare prorpio da chi deve far rispettare la legge.

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