Lampeggi in autostrada – Perché la colpa è anche di chi sta davanti. E il Tutor…

Un attento lettore, Emanuele Grazzini, ci scrive dalla Toscana lamentando che ancora tanti in autostrada usano molto gli anabbaglianti per chiedere strada. Anche quando c’è traffico, quindi non solo per andare oltre i limiti di velocità. Il tema è un grande classico. Ma qui cerchiamo di dare una risposta non banale. Premesso che chi – oltre che lampeggiare – si incolla al paraurti di chi precede ha sempre torto, partiamo considerando che siamo in Italia, Paese dove la densità veicolare è molto alta (tanto che si litiga anche tra automobilisti e ciclisti, come insegnano amaramente le polemiche persino sulla morte di un campione come Michele Scarponi) e ci sono non poche salite e discese anche sulla grande viabilità.

Dunque, su gran parte della rete stradale lo spazio è poco. Sta quindi a chiunque sfruttarlo al meglio, ovviamente nel rispetto di una distanza di sicurezza perlomeno decente. E invece troppo spesso non lo si fa. Non lo fa chi si attacca al paraurti di chi lo precede e gli scarica addosso tutti i lampeggi di abbaglianti che può magari senza accorgersi che davanti al malcapitato c’è “gruppo compatto” e quindi è inutile superarne uno fino a quando l’affollamento non si sarà diradato almeno un minimo. Ma non sfrutta al meglio lo spazio nemmeno chi è o si reputa prudente e quindi va piano, ma non rientra a destra appena possibile (ovviamente senza ammassarsi tutti a sinistra) e non si accorge di avere qualcuno (o tutta una fila che si accalca dietro) che vorrebbe superarlo.

In una situazione del genere, l’intolleranza reciproca diventa la regola. E hanno tutti torto, compreso chi sembrerebbe solo vittima degli indisciplinati. Non ha torto anche lui per una melensa e obsoleta questione di civismo (che cos’è, oggi, il civismo?), ma perché i numeri ci dicono che sono anche i loro comportamenti a causare incidenti. Guardate qui.

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti
Scontro frontale 202 184 233 221 148 165 171 154
Scontro frontale-laterale 699 694 706 668 626 655 508 407
Scontro laterale 1361 1436 1483 1305 1165 1166 1135 934
Tamponamento 6457 6109 6287 5484 5445 5481 5261 4346
Investimento di pedone 86 81 86 66 58 51 58 56
Urto con veicolo in momentanea fermata o arresto 324 301 292 364 388 363 260 228
Urto con veicolo in sosta 12 10 17 13 16 13 9 12
Urto con ostacolo accidentale 1136 1003 1076 976 1107 1066 868 788
Fuoriuscita 3604 3402 3338 3148 3125 3016 2635 2406
Frenata improvvisa 7 10 12 10 7 6 6 4
Caduta da veicolo 122 89 105 117 115 97 96 69
 Totale 14010 13319 13635 12372 12200 12079 11007 9404

Sono un particolare dettaglio dei dati Istat sugli incidenti stradali, recuperato nel mare magnum delle tabelle grazie alla solerzia e alla disponibilità di una ricercatrice dell’Istituto stesso. Sono relativi agli incidenti verificatisi su autostrade e raccordi autostradali, classificati per tipo di urto.

Soffermatevi sul periodo 2005-2007, che è quello in cui è stato introdotto il Tutor (celebrato in maniera anche inopportuna) a “moralizzare” i comportamenti in autostrada. Vedete che in effetti, nella generale diminuzione degli incidenti, in quegli anni sono aumentati gli urti laterali (in parte anche quelli frontali, che però su strade a carreggiate separate sono poco significativi). Una possibile spiegazione sta nel fatto che il rallentamento della velocità dovuto all’efficacia del controllo e la pervicace tendenza di troppi a non rientrare a destra appena possibile hanno di fatto istituito in autostrada la marcia per file parallele (che in certe circostanze è persino regolare), nella quale però chi sta a sinistra a lungo e poi rientra a destra non ha l’abitudine a vedere se per caso sulla corsia che sta per occupare ci sia qualcuno che sopraggiunge più veloce. Senza contare gli slalom di chi magari viene rallentato in modo illecito ma poi si mette dalla parte del torto.

Gli urti laterali sono successivamente diminuiti. Un po’ perché poi è arrivata la crisi e il traffico è diminuito. Un po’ è segno che la gente un po’ ha rallentato perché tutti sanno che i controlli sono reali, un po’ si è abituata a questo tipo di marcia. Ma il problema dello spazio si pone ancora: non è vero che il fatto di dover rispettare tutti lo stesso limite di velocità (con cui si giustificano gli aficionados del mancato rientro a destra) sia risolutivo, se non altro perché i contachilometri non sono tutti uguali e c’è chi è rigoroso nel rispetto del limite e chi invece sfrutta il 5% di tolleranza concesso dalla legge (a 130 km/h fatto 7 km/h di differenza di velocità). Senza contare che in salita molto dipende anche da motore e carico che ciascuno ha. E che poi da dietro possono arrivare non solo le auto con targa straniera forti dell’impunità garantita dall’imperfetto sistema europeo, ma anche auto di polizie varie con o senza sirena (non fa tanta differenza, perché in grandi spazi aperti come quelli autostradali la sirena si sente molto poco).

Dunque, facciamo un favore a noi stessi e agli altri: stiamo sempre attenti a sfruttare lo spazio in modo intelligente.

 

Qui di seguito, il messaggio che ho ricevuto da Emanuele Grazzini, ringraziandolo per il contributo.

 

Egregio Dottore, il problema dello sfanalamento in autostrada c’è anche nelle autostrade che hanno due corsie per ogni senso di marcia.

Siccome risiedo nel nord della Toscana percorro sempre le autostrade A12 ed A11, oltreché l’autostrada della Cisa.
Su queste che ho citato non esiste il tutor. E, mi creda, è difficile mantenere velocità di crociera comprese tra 110-130 senza subire l’odiosa pressione di chi arriva da dietro.
Cosa ancora più grave è  che chi vorrebbe strada arriva quasi a lambire il paraurti dell’auto che la precede. Tanto è che si riesce a capire il colore degli occhi del guidatore.
Qualche volta mi capita di andare a firenze partendo la mattina presto.
Oltrepassato Montecatini terme la A11 diviene una vera e propria bolgia.
Nelle due corsie si formano altrettante “cordigliere” di veicoli che devono giocoforza procedere alla stessa velocità. Nonostante ciò parecchi sfanalano e chiedono strada.
Qualche volta mi capita di guidare all’estero. E quello dello sfanalamento è un vezzo tutto italiano.

  • Paoblog |

    Tempo fa in un post dedicato alle vacanze in Alto Adige scrivevo:

    “faccio fatica a capire come cambi in meglio l’atteggiamento delle persone quando si passa da una regione all’altra.

    E quindi ecco che quando sorpassavo le file di Tir, nel rispetto dei limiti di velocità del tratto, le grosse Audi e Bmw attendevano che terminassi la manovra, senza attaccarsi a 5 centimetri dal paraurti o lampeggiando, cosa questa che accade frequentemente nel resto d’Italia.”

    Forse è di questo passaggio che si è ricordato un lettore affezionato del Blog, quando mi ha segnalato questo post di un altro blogger che, con ironia e dati tecnici, la pessima abitudine di lampeggiare senza la necessità di farlo, arroganza e stupidità a parte…

    “Persona che vai in autostrada a 180 all’ora e hai la piacevolissima abitudine di chiedere strada lampeggiando a tutto e a tutti come se stesse arrivando sua maestà (da qui in avanti “persona”, in latino), ho un paio di cose da dirti.

    La prima è che non sei per niente piacevolissimo, ma forse questo già lo sai. Invece una cosa che di sicuro non sai è che non sei nessuno.

    Ti informo che sulle autostrade italiane circolano almeno una decina di milioni di persone come te, tutte convinte di essere sua maestà come te, tutti maschi come te e tutti con la tua stessa identica faccia.

    Ma c’è un’altra importantissima cosa che evidentemente non sai, ed è che la tua pratica lampeggiatoria, benché sempre non molto piacevolissima, ha senso solo in alcuni specifici casi.”

    continua la lettura qui: http://incomaemeglio.blogspot.com/2012/10/il-sorpasso-di-planck.html

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