Da oggi è caos per i treni pendolari su quasi tutte le ferrovie secondarie non statali né interconnesse con la rete nazionale, come la Circumvesuviana di Napoli, la Roma-Ostia e la Roma-Viterbo: una circolare emanata venerdì dal ministero delle Infrastrutture ha, tra le altre cose, limitato la velocità a 50 km/h, che possono salire a 70 solo se c’è il doppio macchinista (il che si traduce spesso in corse cancellate o in controlli azzerati sui biglietti), e imposto cautele particolari in fase di incrocio dei treni. I dettagli li spiego sul Sole 24 Ore di oggi. Qui aggiungo che non si può sapere se e quanto durerà: quella circolare è figlia della svolta imposta dal ministro Graziano Delrio dopo il disastro costato la vita a 23 persone sul binario Ferrotramviaria fra Andria e Corato il 12 luglio. Delrio vorrebbe imporre con le cattive investimenti per adeguarsi alle norme europee sul controllo del traffico che i gestori di queste ferrovie secondarie (in gergo tecnico si chiamano “isolate”) – pubblici o privati, senza distinzioni – hanno evitato di fare per anni e anni. Ora, con la crisi di governo, la linea politica del ministero potrebbe cambiare, facendo prevalere le ragioni del traffico e dei gestori che non hanno soldi da investire sulla sicurezza.
Tutto questo ha impatto anche su noi utenti di strade, sotto due aspetti. Il primo è un problema: se il caos continuerà, non pochi pendolari torneranno a usare l’auto per arrivare in ufficio in tempi più decenti di quelli che consente un treno azzoppato. Il secondo aspetto è che la circolare si occupa pure di passaggi a livello, imponendo di fatto un attraversamento a passo d’uomo ai convogli quando non ci sono protezioni adeguate e automatiche a isolare i binari dal flusso del traffico stradale: speriamo che nessuno, vedendo il treno arrivare molto piano, non si faccia venire in mente di accelerare per attraversare o stesso il passaggio a livello.
In questo caso, il rischio non è solo quello di sbagliare i conti su tempi e distanze, ma anche di ritrovarsi di traverso sui binari: le rotaie offrono un’aderenza minore rispetto all’asfalto e la sbandata è dietro l’angolo. E, se avete i controlli elettronici di stabilità e trazione, non vi metterete di traverso, ma rischierete di restare praticamente sul posto. A quel punto, la vostra salvezza dipende dalla capacità di frenata di treno e macchinista.