In un Paese dove non si riesce ad aprire un'inchiesta ministeriale su un incidente costato la vita a 39 persone per cause a dir poco sospette, a essere buoni si ha la sensazione di vivere in mezzo al fatalismo imperante (o con davanti un muro di gomma?). E allora fa specie che sempre all'interno di un ministero qualcuno si sia dato la pena non solo di mettere insieme fondi per far girare un bel film che lascia un segno per la sicurezza stradale (proprio contro il fatalismo), ma anche di promuoverlo incessantemente per due anni. Così Young Europe è arrivato alla Mostra del cinema di Venezia, sia pure fuori concorso ( Download RASSEGNA YOUNG EUROPE).
Il segno che questo film lascia sta nel fatto che la trama è come quella di altri film che parlano di storie di ragazzi e genitori, di società, di costume. All'interno di questo contesto, la sicurezza stradale fa solo capolino. Ma proprio per questo il messaggio è più profondo e credibile: questo non è il solito documentario mediamente noioso.
Dunque, la Polizia stradale (in collaborazione con dipartimento di Psicologia della Sapienza di Roma) è riuscita ad andare oltre le mere finalità istituzionali, quelle per le quali entra solitamente nelle scuole e negli ultimi due anni ha potuto aggiungere in 50 occasioni la proiezione di questo film per rafforzare e innovare i messaggi per la sicurezza stradale. In queste occasioni sono stati coinvolti circa 100mila ragazzi. Ma sarebbe bello se si riuscisse a far entrare il film nel normale circuito delle sale cinematografiche, coinvolgendone tanti altri.