L'anno scorso in Italia è stata la prima volta in cui si sono vendute più bici che auto, almeno da quando è iniziata l'epoca della motorizzazione di massa. Parte da questo il rapporto dell'Alix presentato ieri a Roma dall'Amoer (Scarica CS_Alix_Ricerca) per arrivare alla conclusione che l'Italia si sta de-motorizzando e questo crea tante preoccupazioni alla filiera dell'auto e così via. Ma tra le spigolature di questo rapporto c'è anche il fatto che a un aumento delle bici non sta seguendo un adeguato aumento delle piste ciclabili. E questo per la sicurezza è un guaio.
Infatti, fateci caso: ormai i ciclisti le piste ciclabili se le sono create da soli, pedalando sistematicamente sui marciapiedi. Almeno nelle città in cui ce ne sono di abbastanza larghi e senza sconnessioni da permettere pedalate spedite. A parte i rischi per i pedoni, devono stare attenti pure automobilisti e motociclisti. Infatti, questi nuovi ciclisti "si allargano" sempre di più (perché sanno di essere sempre più numerosi e pure trendy) e così usano le strisce pedonali come ideale prosecuzione dei marciapiedi, sfruttando gli ormai diffusi scivoli per disabili.
Questo non solo è vietato (il ministero delle Infrastrutture ha ribadito in un parere che un ciclista può attraversare sulle strisce solo se porta la bici a mano), ma è soprattutto pericolosissimo: tanti sbucano veloci, contando sul fatto di poter udire eventuali veicoli a motore che sopraggiungano (vederli no, perché spesso ci sono auto e furgoni parcheggiati, cartelli pubblicitari, segnali o verde pubblico). Ma l'udito può non essere perfetto o comunque può essere ingannato dalla conformazione dei luoghi, ma chi ne tiene conto?
P.S.: mi aspetto polemiche, soprattutto dai ciclisti. E allora chiariamo che so bene che molti ciclisti sarebbero ben contenti di pedalare come prevede il Codice della strada, cioè sulla stessa carreggiata dei veicoli a motore (se manca la pista ciclabile), se solo ci fossero meno buche e gli altri utenti della strada fossero più civili. So pure che si sentono meritevoli di un premio, perché contribuiscono ad abbassare (o a non far aumentare l'inquinamento). Però a tutto c'è un limite: quanto meno potrebbero pedalare sui marciapiedi usando molta più prudenza di certi tipi sportivi che si vedono ormai troppo di frequente.