Come vi sentireste se, in piena autostrada, vedeste cascare davanti a voi un portale, di quelli che sovrastano l'intera carreggiata per presegnalare lo svincolo cui vi state avvicinando? Non è solo un'ipotesi teorica, magari legata a condizioni straordinarie di maltempo: è successo il giorno di Santo Stefano sulla carreggiata nord dell'Autosole, all'altezza di Santa Maria Capua Vetere, cioè in una zona dove il vento forte non è un'eccezione (avete presente "vento forte tra San Vittore e Caianello", una delle frasi tipiche dei bollettini radiofonici sul traffico?).
Dunque, bisognava fare molta attenzione nel montare quel portale. Per garantire che stesse in piedi come gli altri piazzati in zone ventose. E invece, come denunciano Acai, Aises e Assosegnaletica (le associazioni confindustriali che rappresentano le imprese del settore), pare che dalle prime indagini si stia vedendo che erano carenti sia il montaggio sia i materiali utilizzati. Possibile, con quel che costano i pedaggi e con gli enormi investimenti fatti nell'ultimo decennio per migliorare la sicurezza in autostrada, nonché con gli ulteriori investimenti già programmati?
Possibile: non basta investire per sostituire manufatti e materiali ormai vecchi, bisogna anche curare che la posa in opera dei nuovi sia perfetta. Non sempre lo si fa.
E su questo sono esattamente dieci anni che sento un bisbiglio diffuso tra gli addetti ai lavori: le gare d'appalto strozzano le imprese, così capita che le più serie perdano. A favore di chi non ha la necessaria professionalità. Fino a quando se ne bisbigliava soltanto, era lecito ritenere che ci fosse solo una buona dose di difesa dei propri interessi. Stamattina tutto questo è diventato una denuncia pubblica (Scarica Crollo_segnaletica_i#21B453).
Una denuncia che tira in ballo anche il meccanismo del general contractor, di cui siamo abituati a sentir parlare per le grandi opere e che invece pare funzioni anche quando ci sono da riqualificare asfalti, guard-rail e segnali. Secondo le associazioni confindustriali, ciò aprirebbe le porte a subappalti affidati a imprese poco qualificate. Di qui episodi come quello di Santa Maria Capua Vetere e altri, che non trapelano (e che talvolta riesco a intercettare).
Sono accuse gravi, che proprio per la loro gravità sono difficili da lanciare: bisogna essere in grado di documentare che il problema è sistematico e non solo frutto di singole casualità. Per questo erano rimaste a lungo sommerse. Ora chi ha in mano le carte per accusare lo fa pubblicamente e se ne prende la responsabilità. Segno che evidentemente c'è qualcosa che preoccupa e non si ferma ai conti delle imprese del settore che rischiano di chiudere in massa per crisi di liquidità.