Il sentiero è stretto, in tutti i sensi. Letterale, perché in molti punti i lavori riducono la carreggiata della Salerno-Reggio Calabria e gli itinerari alternativi sono perlopiù vie "consolari". E pure figurato: visto che c'è un'autostrada da rifare completamente, l'Anas non poteva fare nulla di più rispetto a ciò che sta facendo per alleviare i disagi. Tenetelo bene a mente, se dovete percorrere la A3 in questi giorni: eviterete inutili arrabbiature e vi manterrete più lucidi alla guida. Se siete (legittimamente) scettici, leggete qui: posso spiegarvi tutto.
Partiamo dai numeri. Quando devono passare 4mila veicoli in un'ora su un'unica corsia, c'è poco da fare. Tanto più se, com'è accaduto lo scorso weekend, il traffico è sostenuto anche in senso opposto (2mila): è una controindicazione delle partenze intelligenti e delle vacanze mordi-e-fuggi, che spalma veicoli ovunque, impedendo in questo caso di chiudere l'autostrada nella direzione più sgombra per dedicare tutti gli spazi possibili alla corrente preponderante. Data questa premessa, sappiate che l'Anas sta facendo di tutto per farvi defluire al meglio.
Per esempio, se percorrete uno dei tratti più critici (il macrolotto di 30 chilometri tra Padula e Lauria, a cavallo tra Campania e Basilicata), noterete personale Anas sbracciarsi su una salita. Che cosa ci fanno proprio là? Sono stati messi apposta, perché si è visto che su quella salita si rallenta (vuoi perché tir e camper arrancano vuoi perché anche una vettura non sovraccarica viene guidata spesso ad acceleratore costante e quindi con quella pendenza perde velocità senza che ciò dia fastidio al conducente), il che – con quei volumi di traffico – si traduce inevitabilmente per bloccare tutta la corrente che sopraggiunge dietro. E che, non vedendo né la salita né altri problemi, si chiede che diamine stia succedendo più avanti.
Sempre sul macrolotto, noterete una piccola pista supplementare tra le due carreggiate (quella agibile e quella in costruzione). Non è solo una pista di servizio per mezzi di cantiere e di assistenza: a volte viene aperta per raddoppiare la capacità dell'autostrada. Ma non si può farlo sempre: ci vuole abbastanza traffico. Perché altrimenti il flusso si sgrana troppo e c'è troppa differenza di velocità tra un veicolo e l'altro, cosa che può creare altra congestione e incidenti. In questi contesti, il traffico si smaltisce meglio procedendo a velocità moderata e costante, cosa possibile solo se si mantiene "compatta" la corrente. Per questo stesso motivo, nei momenti di "morbida" vedrete spesso auto dell'Anas munite di lampeggiante piazzarsi davanti a un gruppo, per fare l'andatura.
Potrete vedere anche una Fiat Bravo con un distinto signore che si sbraccia anche lui. E' il capocentro dell'Anas, un ingegnere che fa su e giù per supervisionare l'intero tratto, fermandosi dove serve.
Un altro ingrediente fondamentale per non arrabbiarsi è dare il giusto significato ai bollettini del traffico, che a volte possono creare false aspettative. Sentirete parlare di "manovre di alleggerimento", che consistono nel chiudere il tratto del macrolotto per evitarne il collasso e dirottare chiunque sopraggiunga su un percorso alternativo. Non fatevi illusioni: quando il traffico ha il volume di questi giorni, ci vuole un'ora e mezzo per fare l'equivalente di quei 30 chilometri di autostrada. Perché nella parte più a sud (Lauria) si scorre bene (niente incroci rilevanti), ma poi si passa dentro centri abitati "vivaci" come Lagonegro e Casalbuono e s'intercetta una direttrice già trafficata di suo come la SS 585 (porta a Maratea…). E allora non resta che rassegnarsi e affidarsi alla segnaletica con insolita fiducia: non fate come il motociclista romano che mi ha fatto abbassare il finestrino per avere conferma che quella fosse la strada giusta. Poverino, aveva ragione, visto che in Italia ci si può fidare solo raramente. Ma qui sì.
Lungo il percorso alternativo, passerete a volte a cavallo dell'autostrada. Non imprecate se la vedete completamente sgombra: la chiusura era necessaria, perché sicuramente c'è qualche coda pesante in un punto che voi non vedete. Non c'è nulla da fare quando c'è così tanto traffico. E ricordatevi che, come tutte le correnti, anche il traffico ha una sua inerzia, per cui i benefici di una manovra di alleggerimento non si sentono subito. Per minimizzare questo effetto, è determinante che le manovre siano decise tempestivamente e qui i tecnici Anas hanno tutti gli strumenti per farlo: tra telecamere e auto di pattuglia, praticamente ogni metro è sotto controllo.
Piuttosto, approfittate della deviazione per godervi qualche scorcio panoramico (come il piccolo lago Sirino) e, se lo desiderate, mangiate qualcosa di buono. Lì si può. Nel bar della solita pausa pranzo che vi aspetta da lunedì, non sempre.
P.S.: come sanno i lettori più affezionati, la mia visita "sul campo" che mi ha consentito di scrivere questo post deriva dalla polemica che ho avuto con l'Anas sui livelli di assistenza al traffico e alle persone garantiti sulla Salerno-Reggio. Polemica nata da una sfortunata coincidenza di errori da ambo le parti e allargata a dismisura da interventi che hanno messo altra carne sul fuoco. Per evitare che la mia visita fosse solo "riparatrice" (pratica diffusa nel giornalismo italiano, che consente ai giornalisti di non pubblicare rettifiche esplicite – ritenute controproducenti per l'immagine – ma solo mascherate da articoli "tutto va bene"), ho tenuto gli occhi bene aperti durante la visita accompagnata dai tecnici Anas (disponibili a ogni mia richiesta di chiarimenti o di recarci a vedere un punto particolare, dunque nulla da nascondere) e ho percorso in incognito l'itinerario alternativo nell'ora di maggior traffico. Non era possibile fare tutto in incognito, perché per fermarsi lungo l'autostrada (e in particolare quell'autostrada, stretta fra i cantieri) ci vuole almeno un mezzo con lampeggiante (non a caso il Codice vieta di fermarsi lungo le autostrade e pure di camminarci a piedi, se non in emergenza). Quello che avete letto sopra, quindi, è un racconto condivisibile o no, ma fatto con intenzioni oneste. Cui posso solo aggiungere che i livelli di assistenza sono assolutamente sufficienti: tutti (sanitari, volontari della Protezione civile, pompieri, personale Anas su strada e nell'infopoint) erano al loro posto e, pur nell'ondata di controesodo, nessuno è rimasto senza servizi. Nell'ambulanza nell'area di servizio sdi Sala Consilina si faceva anche più del necessario: si soddisfacevano le richieste di chi tornando da Sicilia e Calabria sentiva di avere la "coscienza sporca" e chiedeva la misurazione della glicemia… Unica criticità nell'area di servizio: la folla al bar. Ma è perché, come sempre, la gente non considera che di solito in ogni area i bar sono due, quindi basta andare trenta metri avanti e il problema si risolve.
Mi è spiaciuto non aver trovato il nostro amico che frequenta questo blog col nick di Cantoniere Anas: mi sarebbe piaciuto scambiare due chiacchiere per conoscerci meglio,