Un mese fa avrete visto lo speciale Anno Zero sulle clamorose carenze di sicurezza nel mondo dei camion (P.S.: venute alla luce pure poche ore dopo la scrittura di questo post, con l'autista che dopo aver guidato tutta la notte ha falciato cinque operai sulla Torino-Aosta). A me è piaciuto tantissimo: è anni luce distante dalle pseudo-inchieste che nelle redazioni si fanno senza nemmeno più rendersi conto di cosa sia un'inchiesta. Ma i conti non tornano: per alcune generalizzazioni stile-Santoro che non fanno mai bene e, soprattutto, perché l'Inail dice che in Italia il trasporto pesante è coinvolto in incidenti che provocano appena il 7% dei morti complessivi e il 4% dei feriti e che sinistri e vittime sono calati del 10% nel 2007 (ultimo dato disponibile) rispetto al 2006. Cifre irrisorie, se si pensa che l'Airp stima che sulle strade italiane ci sia mediamente un autocarro ogni 40,3 metri (cosa che, peraltro, dovrebbe convincervi dell'inutilità di molti sorpassi). E allora? Colpa, come al solito, della mancanza cronica di statistiche serie. Tanto che la Fondazione Ania si sta quasi sostituendo alle fonti pubbliche per ricavarne di sue.
Prima di approfondire il discorso sulle statistiche, un flash-back per chi non avesse visto o non ricordasse lo speciale di Anno Zero. I ragazzi di Michele Santoro, armati di telecamere nascoste e non, hanno fatto vedere autisti che sforano i tempi di guida, truccano i cronotachigrafi, si drogano e accettano di guidare mezzi tenuti male e revisionati con superficialità. Il tutto per potersi proporre in un mercato del lavoro in cui le imprese chiedono solo velocità di consegna nonostante il traffico e costi ridotti al minimo. E in cui, alla minima lamentela dell'autista, il padrone risponde sempre e solo: "Vai avanti".
Un'inchiesta giornalistica vera, come non se fanno più: la maggior parte dei responsabili delle redazioni, pressati anche loro da tempi e costi proprio come i trasportatori, oggi per mettere in pagina la testatina "inchiesta" si accontenta che un loro sottoposto (possibilmente giovane, quindi che non si fa troppe domande) gli proponga di fare un giro di telefonate e via a scrivere. I ragazzi di Santoro hanno mostrato tutti i limiti di questo approccio: andando a intervistare un rappresentante delle imprese che denuncia gli abusi dicendo che lui personalmente non ne fa e poi andando in incognito a proporsi come autisti da assumere, scoprendo che questo signore nei fatti fa esattamente come gli altri.
Come si concilia questo disastro con le confortanti statistiche Inail? E con il fatto che i 4.060 mezzi di Federtrasporti (che riunisce 60 cooperative e consorzi di autotrasporto e logistica) hanno diminuito i propri incidenti di 1.500 unità tra il 2003 e il 2008, facendo passare la frequenza sinistri dal 68,8% (cioè, alla grossa, su 100 camion, quasi 70 avevano un incidente nel giro di un anno) al 48,8%? Per Federtrasporti influisce la campagna di formazione degli autisti intrapresa da tempo. Per il resto, dipende anche dal tipo di dato che si considera: se si vanno a vedere i soli sinistri autostradali, si scopre che in certe tratte uno su due coinvolge camion, mentre in città e strade secondarie ci sono molti meno problemi. Ma mancano ancora rilevazioni davvero approfondite.
Sapete quindi che cosa si è inventata la Fondazione Ania per avere materiale sui camion? Una campagna (Truck on Tour, svoltasi un mese fa) con simulatori di guida fermi per una settimana in alcune aree di servizio molto frequentate, in modo da attirare i camionisti con la possibilità di provare e manovre di emergenza simulate (premiando i migliori con un vero e proprio corso di guida sicura). Una volta attirati, hanno distribuito questionari utili per capire le loro abitudini, condizioni di lavoro ed esigenze. Ripetendo l'operazione nei prossimi anni, avremo un archivio probabilmente affidabile. Mettiamoci comodi, allora.