"Minchia!". Il contesto non era consono, ma l'esclamazione l'ho sentita distintamente. Proveniva dal tavolo dei relatori del convegno romano su strategie e controlli per la sicurezza stradale. Quindi poteva averla pronunciata solo un alto dirigente di un ministero, di un'associazione di categoria o di una primaria azienda nazionale. A suscitare cotanta reazione era stata una frase del relatore che stava parlando in quel momento, un ufficiale della Stradale del Canton Ticino: "Noi controlliamo tutti i camion che passano sulla direttrice Italia-Germania". Perché in Italia ci stupiamo così tanto?
Certo, gli svizzeri hanno costruito due apposite stazioni di controllo (si veda la foto): piazzali dedicati e attrezzature permanenti, l'ideale per fermare tutti, "ospitare" i conducenti in modo non scomodo e fare rapidamente ispezioni a catena. Ma per ora di queste stazioni ne funziona solo quella in direzione sud, mentre per quella verso nord i lavori sono ancora in corso. Eppure riescono ugualmente a fermare tutti in un'area di servizio ed esaminarli sommariamente, anche se non possono controllarli tutti a fondo (ispezioni complete vengono fatte solo quando gli agenti notano qualcosa da approfondire). Come fanno? Semplice.
Mi sono fatto dare le statistiche 2008 sul traffico sull'A2 svizzera (Chiasso-Basilea) e, come mi aspettavo, ho visto che i loro volumi sono ridicoli rispetto ai nostri: considerando entrambe le direzioni, circa 4mila mezzi pesanti al giorno, contro i 46mila della Milano-Ponte Chiasso-Varese. Obietterete che quest'ultimo dato è in realtà relativo a due autostrade ed è vero, anche se il ramo che va verso la Svizzera è il più frequentato dai trasporti a lungo raggio. Per tenerci prudenti, quindi, dimezziamo il dato italiano. Otterremo pur sempre il quintuplo di quello svizzero, quindi oltrefrontiera i controlli sono molto più facili.
In ogni caso, siamo arretrati: invece delle stazioni di controllo, noi abbiamo i Cmr (Centri mobili di revisione), camion autoarticolati che Motorizzazione e Polstrada piazzano di volta in volta senza la pretesa di controllare tutti i mezzi pesanti in transito (anche perché spesso non pagano indennità e straordinari al personale…). E solo da poco stiamo sperimentando un sistema di pesatura automatico in marcia, per individuare chi è in sovraccarico e portarlo alla pesa ufficiale. Briciole in rapporto al traffico che abbiamo e alla qualità scarsa dei nostri camion.
Scontiamo anche una quindicina d'anni di ritardo: all'inizio degli anni Novanta, si era deciso di fare pese in un paio di aree di parcheggio dell'Autosole vicino al tratto Appenninico, ma poi misteriosamente (che c'entrino qualcosa le associazioni dei trasportatori?) nessuno le ha più utilizzate e tutto si è fermato. Solo di recente sono riprese le iniziative in questa direzione. In particolare, vi segnalo che Autostrade Centropadane (Piacenza-Brescia) ha fatto un centro di servizio e controllo dove gli autisti possono anche sottoporsi a un check-up al cuore. Sì, perché hanno visto che in questa categoria di lavoratori l'incidenza di problemi cardiaci è superiore alla media. Con esiti a volte tragici: pare che l'incidente dello scorso agosto a Cessalto (sette morti) abbia avuto come causa prima l'infarto dell'autista del camion che ha poi travolto gli altri veicoli coinvolti).