Non credevo ai miei occhi: l’articolo con cui stamattina davo conto delle proteste dei rumeni contro la stretta sui furbetti delle targhe estere introdotta dal decreto sicurezza ha avuto circa 400mila visualizzazioni. Un record, che spiega molto di quell’Italia impoverita e incattivita di cui ci dava conto il Censis l’altro giorno: gli italiani hanno iniziato a non poterne più dei migranti quando hanno visto che alcuni di loro fruivano di agevolazioni rispetto a loro.
Dalla targa straniera che consente di restare pressoché sconosciuti al fisco e indenni dalle multe (oltre a risparmiare sulla Rc auto) ai servizi comunali gratuiti (come gli asili) che, in tempi di tagli, vengono ridotti e magari lasciano fuori i figli degli italiani per far posto a quelli dei migranti.
Alla luce di questo, non stupisce che le forze di polizia si siano messe di buzzo buono ad applicare la stretta: in fondo, gli agenti non sono dei nababbi e gli stranieri sono loro diretti concorrenti nella lotta per il welfare. Matteo Salvini ci vede benissimo e sfrutta tutto questo per aumentare il consenso attorno a sé.
E pazienza se esistano ancora tanti migranti derelitti che non hanno l’auto né possono mandare i figli a scuola: l’occidentale impoverito e incattivito queste cose non le guarda.
A noi che in questo blog ci occupiamo raramente di politica tutto questo interessa. Se non altro perché ci spiega il perché della fretta del Governo nel far entrare in vigore una norma che aveva bisogno di rodaggio. Se in questi giorni gli uffici della Motorizzazione scoppiano, è anche perché alla politica interessa solo il consenso. Mica dare servizi migliori ai cittadini (ovunque siano nati).
Ora attendiamo una smentita dai fatti. Arriverà se il Governo darà corso all’impegno preso col Parlamento a correggere la stortura più ingiusta del decreto sicurezza in materia di targhe estere: quella che “benedice” i furbetti italiani benestanti, che prendono supercar in leasing da operatori esteri. Il decreto, di fatto, regolarizza questa forma di evasione riservata ai ricchi.