Lo spread non è solo quello che penalizza i titoli di Stato italiani e le banche che li detengono. Tra Italia e Germania c’è un altro divario che pesa sugli automobilisti ed è lì da vedere, ma nessuno ne parla. Riguarda la tutela di chi ha comprato un’auto diesel e ora si trova di fronte, in Italia come in Germania, a divieti di circolazione in città sempre più estesi a causa dell’inquinamento da polveri sottili (PM 2,5) e biossido di azoto (NOx).
In Germania, il pur claudicante governo di Angela Merkel sta cercando – come già il precedente e più forte esecutivo della cancelliera – di costringere i costruttori a riprendersi le diesel che nella realtà hanno emissioni nocive ben più dei limiti fissati dalla Ue ma finora sono state misurate con test di laboratorio irrealistici e compiacenti, come il dieselgate ha dimostrato. Anche gli ultimi due governi tedeschi sono stati accusati di essere troppo sensibili alle ragioni delle case automobilistiche (che possono sempre minacciare di lasciare a casa migliaia di dipendenti) e di sicuro hanno agito in sede Ue perché le nuove norme su CO2, inquinanti e omologazioni non penalizzassero troppo i loro costruttori. In patria hanno anche cercato di mediare con sindaci e ambientalisti per rendere più indolori i divieti di circolazione. Ma comunque dai costruttori pretendono che sostengano un costo (si parla di 3mila euro a macchina), sostanzialmente per installare i catalizzatori Scr (quelli selettivi a iniezione di urea per abbattere davvero il biossido d’azoto). Tanto che periodicamente i top manager delle case (in questi giorni, il capo di Volkswagen, Herbert Diess, a inizio mese quello di Bmw, Harald Krueger) accusano il ministro dei Trasporti, Andreas Scheuer, di voler imporre misure troppo costose e inutili.
In Italia, nulla di tutto ciò. Come sempre, le autorità nulla impongono e, con la lodevole ma sin troppo discreta eccezione del Comune di Milano, rinunciano a informare i cittadini su come si evolveranno i divieti nei prossimi anni e sul fatto che le tanto decantate Euro 6 non sono tutte uguali (leggete qui il perché) . Così i cittadini possono ancora comprarne una destinata a circolare liberamente solo per pochi anni e a scoprire il problema solo poco dopo l’acquisto.