La stretta sui controlli di velocità imposta (dopo anni di gestazione) dai ministeri dell’Interno e delle Infrastrutture ha fatto la sua prima vittima illustre: il Tutor del tratto urbano dell’A14, a Bologna. Per capire perché, guardate questa foto.
Il segnale che vedete non consente di distinguere se è il preavviso del prossimo portale di rilevazione del sistema (nel qual caso, sarebbe in regola) o se indica il punto in cui la rilevazione stessa viene effettuata. In questa seconda ipotesi, il segnale dovrebbe essere un altro: quello con il simbolo del corpo di polizia che gestisce i controlli (in questo caso, la sagoma dell’agente col berretto, che nella segnaletica indica la Polizia di Stato).
Insomma, è lo stesso problema dei nuovi apparecchi montati in viale Palmanova a Milano. Ma con una fondamentale differenza: a Bologna parliamo di segnali messi dieci anni fa (quando le regole di trasparenza non erano così stringenti) su un tratto autostradale reso molto delicato dalla mancanza di spazio (che costringe a usare segnali di formato diverso da quello che in autostrada è standard), a Milano di un’installazione recente fatta da un Comune che più di una volta ha mostrato di non tenere in considerazione le leggi nazionali (mi pare impensabile che non le conoscano).
Anche alla Polizia stradale conoscono bene le norme e non le hanno mai forzate, almeno da quando seguo da vicino queste materie. Quindi è verosimile che abbiano disattivato il Tutor sul tratto incriminato, in attesa che Autostrade per l’Italia adegui la segnaletica.
per lo stesso motivo, è verosimile che stiano verificando su altri tratti urbani un altro punto critico aperto dal fatto che ora le regole di trasparenza “consigliate” dalle Infrastrutture sotto forma di parere sono diventate vincolanti: la distanza minima di un chilometro fra il segnale che impone il limite di velocità (quando esso è inferiore a quello generale, come accade appunto sui tratti di autostrada urbani, come la Tangenziale di Napoli) e il punto in cui la velocità viene rilevata (che in tratti del genere di solito è vicino, a causa del susseguirsi degli svincoli a breve distanza l’uno dall’altro).