Questa è una brutta storia. C’è uno scooter che si spezza in due (letteralmente), il suo importatore che non si preoccupa né di avvisare i clienti né tantomeno di richiamare gli esemplari difettosi e un ministero che non interviene,confermando una "tradizione consolidata". In mezzo, poveri cittadini che, dopo aver rischiato la pelle, hanno avuto difficoltà persino a farsi risolvere il problema in garanzia. Me ne sono occupato ieri sera a Mi Manda Raitre: solo pochi minuti lasciati liberi dal caso precedente (è il brutto della diretta), ma dietro c’è un lavoro partito a ottobre che di fatto ha sostituito quello del ministero (sì, ieri abbiamo fatto vero servizio pubblico). Per dimostrare che c’è un difetto strutturale.
Il problema riguarda due modelli della taiwanese Kymco, il People S sia in versione 150 sia in versione 200, rappresentata in Italia dalla Padana Ricambi. Possibile che l’importatore, almeno sulle prime, non abbia trovato nulla di meglio che rispondere con accuse ridicole ai propri clienti? Possibile: ad alcuni ha detto che avevano sbattuto contro un muro, ad altri che i casi di rottura vengono prevalentemente da Roma e Napoli, dove le strade fanno schifo e si guida ancora peggio. Come se tutti gli scooter di ogni marca (compresi i Kymco di altro modello) si spaccassero tutti in due. E come se non ci fosse una direttiva europea sulla sicurezza dei prodotti che impone al produttore di fare di tutto per evitare rischi ai clienti e di fare di tutti per segnalare ed emilinare i difetti pericolosi. Era da sei anni (dal caso delle bielle che si rompevano sistematicamente sui vecchi turbodiesel Peugeot 1,9 prodotti dal ’97 al ’99) che non vedevo una situazione così grave e la mancanza di volontà di fare un richiamo.
Tutto questo è possibile per due motivi. Da un lato, le norme ci sono e danno alle istituzioni poteri vasti di controllo e imposizione di rimedi, ma non ci sono soldi per mettere in piedi vere strutture che si occupino di queste cose (anche perché qualcuno pensa siano inutili, data la bassa percentuale di incidenti dovuti a guasti meccanici, che però è sistematicamente sottostimata dalle statistiche, come scrivo da anni). Dall’altro lato, l’importatore sa che i controlli non ci sono e che un richiamo comporterebbe quantomeno la costosa e lunga sostituzione del telaio, con la prospettiva di non potersi rivalere sul costruttore che sta a Taiwan e non è soggetto alle leggi europee.
Una situazione analoga a quella vista l’anno per alcune gomme cinesi difettose. Solo che in quel caso alla fine l’importatore è stato costretto a svenarsi per fare un richiamo: eravamo negli Usa, mica in Europa (la sensazione,confortata dalla lettura dei bollettini Ue sui prodotti difettosi, è che negli altri Stati europei non vada meglio che in Italia, perché tutti i richiami dei veicoli avvengono – quando avvengono – su iniziativa di produttori e importatori e non delle autorità statali). Il problema riguarda praticamente tutta l’Europa: l’ho notato in tanti altri casi consultando il Rapex (potete farlo anche voi, http://ec.europa.eu/consumers/dyna/rapex/rapex_archives_en.cfm), che è il sistema di notifica Ue dei difetti pericolosi e dal quale emerge che in materia di veicoli i richiami si fanno quasi esclusivamente su iniziativa delle aziende e non delle autorità. Il caso-Kymco lo conferma in modo ancora più impietoso: se guardate il Rapex, vi troverete dentro solo due richiami per questa marca, entrambi a cura dell’importatore greco (tra l’altro, da poche settimane ce n’è in corso uno sull’MXU 500, sempre per problemi strutturali). Può anche essere che gli unici Kymco sfortunati si vendano lì, così come può essere che il richiamo sia stato fatto in tutta Europa e solo i greci si siano ricordati di renderlo pubblico. In quest’ultimo caso, la realtà sarebbe sconfortante: si sa che la Grecia in materia di sicurezza stradale è uno dei peggiori Paesi d’Europa.
L’unica speranza fondata è che la magistratura inizi a indagare per vedere se – oltre alle norme sui prodotti difettosi (che comunque nel nostro caso prevedono una sanzione massima di 30mila euro) – siano stati violati anche articoli del Codice penale. Vi terrò informati.