Dalla Cassazione uno stop ai multati cavillosi. E a chi scurisce i vetri

Il principio-base è noto da tempo: per contraddire un agente che vi multa, non c’è bisogno di denunciarlo per falso in atto pubblico se riuscite a dimostrare che ha semplicemente visto male. Ma il 4 novembre, con la sentenza 26488/08, la Cassazione ha stabilito che questo principio non vale sempre: in un caso in cui l’errore dell’agente è molto improbabile (nello specifico, guidatore senza cinture visto da entrambi i vigili di pattuglia su un’auto affiancata al semaforo a pochi centimetri da quella del trasgressore), la multa può essere ingiusta solo se l’accertatore è in mala fede e quindi va denunciato (cosa molto delicata, perché se non si hanno prove serie si finisce sotto processo per calunnia nei confronti dell’agente). Da notare che, nel caso cui si riferisce la sentenza, il multato voleva far valere il fatto che la sua auto ha i vetri scuri che ostacolano la visibilità dall’esterno: la Cassazione ha ritenuto che gli agenti fossero tanto vicini da non poter sbagliare comunque. Grazie ancora ad Alberto Gardina.