La bufala sul Tutor non tarato

Su www.ricorsitutor.it campeggia dal 5 aprile la notizia di un ricorso vinto contro una multa presa col Tutor perché il sistema non sarebbe tarato. La cosa, ovviamente, è stata ripresa e fatta propria anche da miei colleghi, politici e difensori dei consumatori. Ma, tanto per cambiare, è una bufala.

Prima di tutto perché il Tutor è tarato (come prescrive non il suo decreto di omologazione ma il suo manuale d'uso, che però non è a disposizione di noi comuni mortali, ci vorrebbe più trasparenza): nel caso cui si riferisce la sentenza ora sbandierata, è semplicemente successo che la Stradale non è riuscita a portare davanti al giudice il certificato di taratura, che comunque esiste  (capite adesso perché spengono gli apparecchi in modo da non fare troppe multe? non riescono a seguire il contenzioso, anche se stanno roirganizzando gli uffici proprio in virtù dell'estensione del Tutor).

Seconda cosa, sostanziale: l'unica taratura richiesta per il Tutor riguardo alla misurazione della velocità media è che gli orologi posti sui singoli portali siano tutti sincronizzati (ed è difficilissimo che si starino, perché sono digitali e collegati via satellite), visto che le spire sono fissate nell'asfalto e di lì non si muovono (le impercettibili variazioni dovute alle escursioni di temperatura sono assolutamente irrilevanti, tanto più sulla velocità media, che si calcola su una base di chilometri).

  • Gigi |

    Signor Caprino, non mi dilungo oltre perchè leggendo la sua gentile risposta capisco che sarebbe inutile (potrei, ad esempio, invitarla a dare spiegazioni, che ha cautamente evitato di fornire nella sua risposta, in merito all’area di servizio interposta tra i controlli del TUTOR…non mi dica che anche all’ingresso dell’area di servizio esiste un posto di controllo del TUTOR 😀 e, comunque, giusto per completezza, le dico che alle uscite da me menzionate non c’è alcun portale del TUTOR), ma intendo comunque elogiare la sua coerenza e la sua caparbietà nel voler difendere con ostinazione, non si sa a che titolo, una “macchina legislativa” riuscita male e che fa acqua dappertutto.
    Con stima, Luigi De Luca.
    [risponde Maurizio Caprino] La questione delle aree di servizio è affrontata dal decreto di omologazione del Tutor, stabilendo che di norma vanno evitate. Quindi, un’indicazione di massima, data nella consapevolezza che spesso non è possibile evitare il problema.
    Quanto ai Tutor alle uscite, non intendo in senso letterale ma alcuni chilometri prima (com’è evidente, cambia poco e cambierebbe anche se i portali fossero più vicini alle entrate, l’importante è che tra uno svincolo e l’altro ce ne sia almeno uno) e credo di aver riscontrato che si è seguito questo criterio anche sulla Roma-Napoli.
    Segnalo anche che ultimamente sono stati montati nuovi portali per “agganciare” prima chi proviene da altre autostrade.
    Evidenzio che non ho interessi specifici sul Tutor: basta cercare su questo blog per capire che ho segnalato anche problemi, sollevato dubbi e sono stato l’unico a parlare della spinosa questione brevettuale che lo vede al centro.

  • Gigi |

    Egregio signor Caprino, credo che stia facendo una leggera confusione, seppur sembra che lei sia un “esperto” del SICVE.
    Sono infatti numerose le sentenze dei GDP che hanno stabilito che al TUROR, proprio perchè misura la velocità media percorsa da un veicolo in un determinato tratto di strada, non può applicarsi la tolleranza del 5% che, invece, viene applicata alla velocità istantanea calcolata dagli odierni autovelox. Invero, la tolleranza che va applicata al TUTOR è proprio quella prevista dall’art. 345/3 del Reg.di esecuzione del CDS. Ergo, non pretenda che quello che lei dice sia verità assoluta. Come ben vede, diverse persone hanno opinioni nettamente diverse dalle sue. E parliamo di Giudici di pace.
    Vogliamo poi parlare del posizionamento dei SICVE??…Beh posso assicurarle che è una cosa vergognosa… i TUTOR presenti sulla A1, sulla tratta ROMA /NAPOLI, sono TUTTI ANTICOSTITUZIONALI!! E questo è un dato di fatto, oggettivo, che non si presta ad alcuna interpretazione alternativa. Ebbene, vengo al dunque: ma le pare cosa sensata e normale che tra le due postazioni di rilevamento del tutor siano presenti uscite intermedie o aree di servizio????? E del principio che la legge è uguale per tutti che ce ne facciamo??
    Le faccio un esempio: se io con la mia bella FERRARI sfreccio a 280 km/h sotto il primo check in del TUTOR, ma poi non passo il punto di controllo perchè esco all’uscita che c’è prima o, meglio ancora, mi fermo per 20 minuti all’area di servizio, il risultato è che NON VENGO MULTATO PER ECCESSO DI VELOCITA’ PUR AVENDO PERCORSO UN TRATTO DI STRADA A 280 KM/H!!!!!!! Al contrario, un automobilista che percorre lo stesso tratto di strada che ho percorso io, pur percorrendolo a 150 KM/H (quindi ad una velocità molto più bassa della mia) non fermandosi all’area di servizio o non uscendo prima, VIENE MULTATO!!!!
    Suvvia, signor Caprino, sia gentile ed accetti che vengano mosse dure critiche al TUTOR. E’ un sistema che fa davvero acqua da tutte le parti. Le problematiche connesse a tale sistema di rilevamento della velocità son davvero tante ed anche abbastanza gravi. Non è questa la sede per elencarle tutte ma, se proprio vorrà, gliele elencherò in privato. Un’ultima cosa. Se la legge prescrive che il TUTOR va soggetto a tarature periodiche, che queste riguardino gli orologini satellitari o la semplice “pulizia” dei fili elettrici che lo compongono, una cosa è certa: LA TARATURA VA FATTA!!!!!
    Saluti, Luigi De Luca.
    [risponde Maurizio Caprino] Continuo a ritenere che questi giudici di pace abbiano preso un abbaglio: non sarebbe la prima volta e comunque mi pare che in questo caso le norme siano abbastanza chiare, basta leggerle. In ogni caso, vedremo che cosa succederà in Cassazione, se – come sembra inevitabile prima o poi – la questione approderà anche lì.
    Quanto al posizionamento dei Tutor, normalmente c’è un portale prima di ogni uscita, il che significa che chiunque – anche chi entra a un casello ed esce al successivo – prima di uscire viene potenzialmente controllato (anche per la sola velocità puntuale, mentre per la media occorre percorrere un tratto compreso fra tre caselli: entrata, uno intermedio e uscita). Per un controllo completo della media occorrerebbe installare il doppio dei portali, con costo doppio e beneficio discutibile perché già così le infrazioni sono molto rare. E la discrezionalità della Pubblica amministrazione nell’organizzazione dei controlli è stata già più volte dichiarata insindacabile dalla Cassazione.

  • entoni |

    Scusate,se mi intrometto, la tolleranza del 5% si riferisce all’autovelox, che effettua un rilievo istantaneo, mentre per il Tutor che esegue un rilievo in base distanza tempo, l’art.345/3 del Regolamneto di esequzione del Codice della Strada indica percentuali del 5%,10% e 15% in relazione della velocità.
    A riguardo del certificato di taratura sono interessato, qualcuno sa dirmi di più. Grazie
    [risponde Maurizio Caprino] Si riferisce a tutti i misuratori di velocità in uso in Italia. Le percentuali variabili secondo la velocità si riferiscono invece all’accertamento senza alcuno strumento, basato sulla semplice lettura del biglietto d’ingresso in autostrada; un tipo di controllo previsto per legge dall’86 e di fatto mai effettuato (troppe complicazioni e pochi risultati), a maggior ragione ora che c’è il Tutor.
    Quanto ai certificati di taratura, devono sempre esserci ed essere messi a disposizione dell’interessato.

  • Carlo R. |

    Mi unisco alla conversazione su questo tema , che mi tocca , in questo periodo molto “da vicino”.
    Il certificato di taratura non rende piu’ preciso uno strumento, ma ne sancisce la tolleranza… l’accuratezza. Cosi’ come è vero che nessuna misura ha senso se non accompagnata da relativa tolleranza , espressa come percentuale del valore misurato (es: kg 100,0+-2%) o come valore assoluto (es: kg 100,0+-2kg) ,il certificato di taratura DEVE accompagnare lo stato di servizio di tutti gli strumenti , in particolare quelli (ed è calzante il caso in questione) alla cui precisione sono legate sanzioni amministrative e/o sottrazione punti patente e DEVE essere rinnovato a scadenze annuali. L’omologazione dell’apparecchiatura NON è un sostituto del certificato di taratura.
    Uno strumento può anche non “stararsi” mai nella sua vita, ma ciò non toglie che il certificato di taratura sia un obbligo assoluto da parte degli organi amministratori dello strumento.
    Nel caso del tutor, credo che il certificato di taratura debba essere eseguito confrontando la velocità rilevata , con quella misurata a bordo di un veicolo campione (sul quale è stata montata l’apparecchiatura idonea e certificata SIT per la misurazione della velocità a terra). Lo scostamento medio della serie di passaggi effettuati dovrebbe rappresentare l’accuratezza complessiva (quella da dichiarare sul verbale) del sistema.
    E’ vero anche che accettare l’idea di decurtare una percentuale dalla velocità rilevata in maniera forfettaria, significa ammettere che il sistema tutor può NON essere infallibile, in altre parole: se per legge tolgo il 5% alla misurazione effettuata devo essere sempre sicuro che questo valore (5) deve essere uguale o superiore all’incertezza dello strumento… ma l’incertezza dello strumento è sancita nel certificato di taratura, appunto.
    Il vero problema del ricorso ad un verbale tutor è trovarsi di fronte al giudice di pace e cercare argomentare le proprie ragioni, senza che questo pensi che gli stai facendo una “supercazzola”.
    Ti ritrovi, alla fine della disquisizione, che il giudice di pace meno evoluto (il mio caso) darà ragione ad un portale metallico la cui “perfetta funzionalità” sarà stata certificata dai pubblici ufficiali di turno …starà a voi dimostrare che l’apparecchiatura non funzionava,”..perchè se l’apparecchiatura non funziona ,non emette fotogrammi…” (testuale) 🙂

  • Maurizio Atzori |

    Il motivo per cui è stato vinto il ricorso è chiaro, così come è chiaro che il mancato invio della certificazione di taratura non significa che questa esista, e se esiste bisognerebbe vedere da chi è stata rilasciata, se da un ente terzo e imparziale (centro SIT) o dallo stesso produttore. Tra l’altro attualmente in Italia non esiste nessun ente abilitato a certificare la corretta taratura per velocità superiori a 170 Km/h.
    Per quanto riguarda gli altri problemi del Tutor, proprio per evitare facili entusiasmi mi riservo di renderli noti dopo che vi saranno state sufficienti sentenze di merito. Posso dire però che mi è capitato di vedere verbali redatti in base a foto ove la targa era completamente illeggibile. Sono anche a conoscenza di verbali in cui un’automobile è stata “scambiata” per un altro tipo di veicolo per il quale vige un limite di velocità inferiore. Mi pare che già questi casi denotino problemi non meramente formali.
    [risponde Maurizio Caprino] Mi risulta che invece la documentazione esista (anche perché nel caso del Tutor attiene alla mera messa in sincrono degli orologi) e ci sia stato un mero disguido (peraltro non raro e non solo riguardo al Tutor, basti pensare a quante volte i rappresentanti delle prefetture e dei corpi di polizia non si presentano in udienza) che ha fatto sì che non sia stato prodotto in giudizio. Inoltre, la determinazione della velocità media su un tratto lungo chilometri non pone tutti quei problemi di precisione che di solito vengono sollevati sugli strumenti “a piccola base” (Autovelox e tutti gli altri rilevatori che desumono la velocità istantanea considerando uno spazio perlopiù di poche decine di centimetri).
    Quanto alle altre questioni, sono ineliminabili e comuni a tutti gli strumenti di misurazione. Ma proprio il fatto che questi ultimi hanno la documentazione visiva dell’infrazione consente di difendersi agevolmente. Semai è da censurare il comportamento degli agenti che esaminano i fotogrammi per convalidarli. Ma – ripeto – con Autovelox, Photored e simili le cose non stanno diversamente.

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