All'inizio, avevano detto che non ci sarebbero state ricadute negative sui cittadini. Ma era netta la sensazione che fossero solo dichiarazioni di facciata: parlando a tu per tu con addetti ai lavori con cui sono in confidenza, tutti mi dicevano che il taglio da 150 a 90 giorni dei tempi di notifica introdotto dalla riforma del Codice avrebbe imposto a molti Comuni quantomeno di ridurre i giorni a disposizione di chi trova un preavviso di multa sotto il tergicristallo per pagare prima di ricevere a casa il verbale (gravato dalle spese di notifica, una quindicina di euro). E infatti Milano ha appena deciso di lasciare cinque giorni anziché 15.
Effetti collaterali di una norma per altri versi civile: tagliare i tempi di notifica dà l'immagine di un'amministrazione più efficiente e consente al cittadino di difendersi meglio, non dovendo risalire con la memoria a tanti mesi prima.
Ma potrebbero anche esserci altri effetti, come scrissi ad agosto sul Sole-24 Ore: aumento delle spese di notifica e minori servizi di vigilanza (possono servire più agenti in ufficio per garantire il rispetto dei nuovi tempi). Vedremo come andrà nei prossimi mesi. Intanto il caso di Milano conferma che qualsiasi provvedimento, anche il migliore, può avere controindicazioni. Chi non ne parla fa solo demagogia.