Aziende che cercano nuovi spazi di crescita come tante altre, un comunicato stampa come tanti altri. Che annuncia che presto l’account Telepass servirà anche a prenotare e pagare i monopattini elettrici in sharing di Helbiz, il nuovo servizio di mobilità condivisa lanciato a Milano lo scorso autunno. Peccato che non sia tutto così semplice: a tutt’oggi, il Codice della strada vieta l’utilizzo di monopattini e affini (hoverboard, segway) in spazi pubblici.
Per chi fosse stranito di questo divieto perché vede già tanti mezzi del genere sia sulle carreggiate sia sui marciapiedi, ricordiamo che solo la legge di bilancio approvata appena due settimane fa prevede una loro legalizzazione, ma comunque in via sperimentale secondo modalità che saranno fissate da un decreto del ministero delle Infrastrutture. A conferma che a tutt’oggi il divieto c’è eccome.
Data la delicatezza della materia (si tratta di autorizzare il boom di un fenomeno che più si diffonde e più può creare pericoli su strade disordinate e spesso strette come quelle dei centri abitati italiani), il ministero non avrà molta voglia di scrivere presto questo decreto. Lo farà solo se i politici presseranno pesantemente i riluttanti tecnici.
E allora perché Helbiz e Telepass pubblicizzano il loro servizio? Va detto che lo scorso ottobre, sbarcando sul mercato italiano, Helbiz aveva dichiarato di iniziato solo a titolo sperimentale, con appena una ventina di monopattini. E che tutto è avvenuto con il consenso del Comune di Milano. Ma ciò non toglie che si tratti ancora di un tipo di circolazione vietato e che Milano già altre volte si è distinta per forzare o comunque disattendere il Codice della strada.
Giusto per citare i casi più recenti, pensate alle multe automatiche a Linate, alla segnaletica degli autovelox fissi e all’abusiva interpretazione che dilatava a dismisura i tempi di notifica delle multe facendoli partire non dalla data dell’infrazione ma da quella del suo accertamento da parte di un vigile in ufficio.