Chissà che cosa scriverà tra un anno la Sam, società del gruppo Atlantia (Benetton) come Autostrade per l’Italia, sul cavalcavia dell’A3 Napoli-Salerno che passa sopra via Andolfi, a Pompei. Tra un anno tutte le concessionarie autostradali dovranno aver completato il check-up di tutti i ponti e cavalcavia che gestiscono: lo impone il decreto legge Genova. Oggi su quel cavalcavia si è visto l’asfalto aprirsi, in corrispondenza dei punti sui quali è appoggiato. Oggi i tecnici della concessionaria hanno comunicato che non ci sono problemi di staticità: sono solo alcune fessurazioni al manto stradale, su un cavalcavia praticamente nuovo. Versione rassicurante, di cui è lecito dubitare.
Gennaro Ciliberto è un testimone di giustizia che quel cavalcavia se lo ricorda bene: era dipendente della società che lo ha costruito e installato, la Ptam, che fa capo alla famiglia Vuolo, implicata in vicende di camorra col clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia. Ciliberto ha denunciato i problemi di sicurezza delle opere eseguite dalle aziende della famiglia, soprattutto sulla rete di Autostrade per l’Italia (Aspi). Un troncone delle sue dichiarazioni è alla base del sequestro di un altro cavalcavia (quello di Ferentino) e dell’udienza preliminare contro alcuni dirigenti Aspi che si terrà a Roma il 6 dicembre.
Un altro troncone “dorme” alla Dda (Direzione distrettuale antimafia di Napoli). Riguarda soprattutto la Napoli-Salerno e comprende anche il racconto di quando il cavalcavia di Pompei è stato installato: erano emersi problemi statici. Ora speriamo che quelle fessurazioni nell’asfalto non c’entrino con quei problemi. Speriamo che arrivi una risposta dalla Dda prima che dal check up imposto dal decreto Genova.