E così è arrivato un altro giudice di pace a dirci che quando ci misurano la velocità media la tolleranza è del 15%, il triplo di quel 5% che in realtà è consentito. Stavolta l’argomentazione è più sottile rispetto al passato: secondo un giudice di Porretta Terme (Bologna), va tenuto conto che con Tutor e affini, quando sono usati in modalità “velocità media”, triplica la possibilità di errore di misura. Perché gli strumenti sono tre (postazione di inizio tratto cronometrato, postazione di fine e unità centrale di calcolo) invece che uno solo, cioè quel l’unico che di solito basta per rilevare la velocità istantanea. Niente a che fare con le grossolane interpretazioni del passato, secondo cui sarebbe applicabile la tolleranza del 15% prevista in una “grida” degli anni Ottanta che autorizzò i controlli di velocità sulla base degli scontrini del pedaggio autostradale.
Ciò non toglie che la tolleranza è e resta del 5%. Per qualsiasi tipo di controllo velocità (media o istantanea) effettuato con strumenti di misurazione. Lo dice la legge (articolo 142 del Codice della strada e articolo 345 del suo Regolamento di esecuzione) e lo ha appena ribadito la “direttiva Minniti” sui controlli di velocità. Che non è più un mero “consiglio” per i corpi di polizia, ma è vincolante per tutti perché è stata ripresa da un decreto ministeriale. Chi volesse comunque far valere l’interpretazione “porrettana” deve presentare un ricorso al Giudice di pace e sperare di trovare un magistrato altrettanto creativo. Auguri!
Peraltro, se la legge prevede il 5% c’è un motivo preciso: quella percentuale non è stata fissata per assorbire solo l’imprecisione di misura degli strumenti (che è assai inferiore), ma anche per consentire a chi guida di non stare con l’occhio incollato al tachimetro o di accelerare un po’ più del consentito per completare in sicurezza un sorpasso o altre manovre delicate. E anche questo, che prima era riportato solo in preziosi pareri ministeriali per addetti ai lavori, ora è spiegato chiaramente nella direttiva Minniti. Che è pubblica che più pubblica non si può.