Oggi la commissione Commercio del Senato Usa vota un provvedimento che permetterà alle case automobilistiche di mettere regolarmente sul mercato ogni anno fino a 100mila veicoli a guida autonoma, in deroga all’obbligo di vendere solo mezzi guidati dall’uomo (quelli autonomi che circolano tuttora sono solo prototipi sperimentali). Il Senato potrebbe estendere la deroga ai veicoli di peso superiore all’equivalente di 4,5 tonnellate, dopo che – un mese fa – la Camera dei rappresentanti aveva dato l’ok solo per i mezzi leggeri. Ma in ogni caso è polemica: un gruppo di esperti critica l’iniziativa, per lo stesso motivo che abbiamo spiegato qui ad agosto: la convivenza tra guida autonoma, guida semiautonoma (che già si sta diffondendo) e guida umana causa più di un problema di sicurezza.
Certo, non sarebbe una deroga incondizionata: il provvedimento prevede che la vendita di ogni modello non in linea con le attuali normative di sicurezza andrà autorizzata (entro sei mesi da quando viene presentata la relativa richiesta) dalla Nhtsa (la potente e attenta agenzia nazionale per la sicurezza stradale). Ma – scriveva ieri la Reuters – non è chiaro come l’agenzia dovrà valutare ogni domanda. E, soprattutto, l’ex-capo della Nhtsa, Joan Claybrook, ha dichiarato in una conferenza stampa che il provvedimento farà diventare gli utenti della strada “i manichini per gli esperimenti pericolosi” che le case automobilistiche, grazie al provvedimento in discussione, potrebbero fare su strada aperta in modo diffuso, con veicoli su cui c’è a bordo gente normale e non esperti collaudatori.
In effetti, è noto che le case automobilistiche hanno spinto per questa liberalizzazione, in modo da velocizzare lo sviluppo della guida autonoma e del business che la sta accompagnando. L’argomentazione più forte che hanno portato è che nove incidenti su dieci sono causati in tutto o in parte da errore umano, mentre un veicolo a guida autonoma già oggi sbaglia molto meno. Tutto vero. Ma nessuno sa ancora che cosa succederà quando i veicoli a guida autonoma convivranno sulla stessa strada di quelli guidati dall’uomo. Quindi nessuno sa se gli errori umani e quelli delle macchine si faranno da moltiplicatore a vicenda. Ipotesi da non scartare affatto, almeno all’inizio. Per tre motivi:
- l’affidabilità dei sistemi di guida autonoma che saranno messi regolarmente in vendita a prezzi “umani” non è detto sia pari a quella dei costosi prototipi che sono stati in circolazione finora;
- si partirà da un rapporto numerico tra mezzi normali e mezzi a guida autonoma nettamente a favore dei primi;
- ci sono strade con segnaletica tanto degradata da mettere seriamente alla prova uomini e macchine.
Per inciso, ad appoggiare la guida autonoma ci sono le associazioni dei diversamente abili. Per loro, in effetti, si apre un orizzonte di mobilità pari a quello di tutti gli altri.