Ma che bisogno c’è di imbarcarsi nella complicata gestione delle multe a strascico, quando ci sono già le immagini delle telecamere di sorveglianza del Comune da cui si possono leggere le targhe dei veicoli in divieto di sosta? Forse hanno fatto questo ragionamento il sindaco e il comandante della polizia locale di Cerignola (Foggia). Così i verbali delle “telemulte” sono arrivati a casa dei proprietari dei mezzi. E i ricorsi sono seguiti a ruota.
Nella vicenda è intervenuta anche la Prefettura. Che non ha potuto fare a meno di rilevare come già anni fa il ministero delle Infrastrutture avesse detto che rilevare infrazioni al divieto di sosta con gli apparati di videosorveglianza è illecito: non si riesce a dimostrare con certezza l’assenza del trasgressore. E, se questi fosse presente, sarebbe obbligatorio che un vigile gli vada a contestare immediatamente la violazione.
In fondo, è soprattutto per questo che la stragrande maggioranza delle amministrazioni comunali ha rinunciato a utilizzare la videosorveglianza (che ormai hanno praticamente tutte, per contrastare la criminalità) per fare multe. Viene da chiedersi se a Cerignola ci abbiano pensato. E se l’eccesso di zelo mostrato dal Comune sul controllo velocità della vicina superstrada Bari-Foggia sia solo una coincidenza o confermi che in fondo il problema del sindaco è solo quello di far cassa.